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Andrea Montesano presenta il suo libro
La psicologia del rock
Crescere con la musica in adolescenza
Perché la trasgressione in adolescenza coincide con l’ascolto di musica rock? Per quale motivo una canzone riesce a farci vivere emozioni forti? Che rapporto c’è tra psicologia e rock e cosa accade quando il mondo della musica incontra quello dell’adolescenza? Andrea Montesano, giovane psicologo e chitarrista, ha provato a rispondere a queste domande dando vita al libro “La psicologia del rock. Crescere con la musica in adolescenza” (Alpes, 2017). Uno strumento pensato per supportare psicologi, educatori, counselor che lavorano quotidianamente a stretto contatto con ragazzi e ragazze ma anche rivolto a genitori e figli che vogliono conoscere e conoscersi meglio attraverso i testi dei grandi miti del rock.
L'autore. Andrea Montesano, 24 anni, songtherapyst e una Laurea Specialistica in Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, è un chitarrista e uno psicologo che tiene sempre il volume alto. Scrive di psicologia e musica, poiché crede nella funzione della musica rock come strumento per conoscere e conoscersi. Studia la funzione che la musica e le canzoni assolvono per i giovani a vari livelli: nell'ascolto, nella produzione musicale e nell'ambito terapeutico.
Il libro. "L’idea di partenza – spiega l’autore – è stata quella di integrare il mondo della psicologia a quello della musica ascoltata, prodotta e vissuta dai giovani. La musica per loro è recipiente di sentimenti ed emozioni, forma di espressione e quindi linguaggio attraverso il quale comunicare e comunicarsi; è spazio in cui ogni ragazzo custodisce rapporti e storie di vita, che vive sia nel proprio quotidiano sia nelle relazioni interpersonali". Un volume che spazia dagli studi americani di Bronfenbrenner e di altri padri della psicologia, attraversando i testi di Subsonica, Jovanotti, U2, Baustelle, Fedez ecc. con sempre al centro il vissuto dell’adolescente tra ricerca di identità e ispirazione ai suoi miti musicali. "La musica – continua l’autore - si inserisce perfettamente come medium nell’incontro fra gli adolescenti e i loro bisogni più profondi di vivere emozioni da (s)ballo. Quando avviene quest’ unione e la musica penetra in maniera prepotente nella quotidianità di un ragazzo, non c’è tempo, luogo, o barriera che possa impedire al ragazzo stesso di viverla attraverso le modalità che sente più adatte a sé. Ecco perché l’ascolto di musica in adolescenza è correlato alla partecipazione ad eventi di massa, all’uso di sostanze psicoattive o alla ricerca di adulti che possano prestare tempo e volontà ad ascoltare i loro bisogni nascosti nel brano di un artista".