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Eventi e speciali

Croce e fisarmonica

Croce e fisarmonica

Per la rassegna "Teatro Madre"

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Informazioni utili

  • Categoria: Teatro
  • Data: 24/07/2018
  • Dove: Ostuni
  • Indirizzo: Parco Archeologico di Santa Maria di Agnano
  • Costo: 10 euro (ridotto 8 euro per under 25 e over 65)
  • Orario: 21.00
  • Telefono: 389/2656069 (info)

Croce e fisarmonica 

Racconto dedicato a Don Tonino Bello

Nel 25° anniversario della sua partenza dal mondo, Enrico Messina e Mirko Lodedo con la regia di Carlo Bruni, portano sul palco il racconto emozionante e nitido di un mito del nostro tempo: il Sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista sono le coordinate di un racconto percorso con la cadenza di una “ballata”. Banalizzando, si usa contrapporre alla felicità il dolore, ma se un uomo, morso violentemente da un cancro, decide, nel dicembre del ’92, di partire per Sarajevo per invocare il primato della pace, proprio sulla soglia tragica di una guerra, sta soffrendo o gioisce? Antonio Bello è stato vescovo e presidente nazionale di Pax Christi. Nato ad Alessano (Le) nel 1935, se ne è andato a cinquantotto anni, nell’aprile del ’93, a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra molti ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica. Prediligendo il potere dei segni ai segni del potere, don Tonino Bello ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico, con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari; associando a una fede profonda, una laicità che a molti, ancora oggi, sembrerebbe paradossale per un prete: tenendo insieme croce e fisarmonica.

E’ difficile trovare qualcuno dalle nostre parti, con più di trent’anni, che non abbia un episodio da raccontare, una testimonianza del proprio rapporto con questo pastore salentino. Questo lavoro non tenta una sintesi di quel ricchissimo patrimonio, non costruisce un reliquiario, per quanto venerabile, in cui esporlo. Vuole piuttosto ricavare l’impronta di un passaggio, perché, per quanto profonda, non rischi d’essere cancellata dal folklore o allontanata da una meritata santificazione.

"Croce e Fisarmonica" tenta di esercitare una fede “laica” nell’uomo, attraverso la ricostruzione mitica della figura di un religioso. Talvolta si attribuisce al mito un senso d’irrealtà, addirittura di falsità, mentre nella tradizione classica il mito rappresenta un punto elevato di sintesi: un punto di riferimento capace di favorire coesione sociale, culturale, etica; di definire un orizzonte comune.


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