Canzoni, fichi e nostalgia

Al "Salento Bike Cafè"

Proiezione del documentario “La via delle fiche” (regia di Carlo Cascione e soggetto di Francesco Minonne) che racconta il viaggio in bicicletta nel Salento di un gruppo di ragazzi provenienti da mezzo mondo (Italia, Argentina, Germania, Spagna, Francia) alla scoperta della biodiversità del fico e delle storie che lo circondano. Si scopre un mondo fatto di collezionisti, raccoglitori, venditori, appassionati, che si dedicano a scambiare, riprodurre e salvaguardare uno degli esempi di biodiversità ‘domesticata’ più incredibili al mondo. Esistono, infatti, solo nel Salento, più di 100 varietà di fico - censite dall’Università degli Studi di Lecce - (sono più di 400 nel bacino del mediterraneo!): maranciana, dottata, dell’abate, signora, sessa, longa, porca, paradiso, cazzateddha, fracazzana, paccia, rizzeddha, sono solo alcuni dei nomi (che di solito cambiano a seconda della zona) che indicano questa straordinaria varietà e che nel dialetto locale, cosi come il sostantivo, si declinano obbligatoriamente al femminile. Un tempo il fico – soprattutto nella sua versione secca – era un elemento fondamentale della dieta della povera gente, apportando un giusto apporto proteico anche in tempi di miseria. Questo, insieme ai meccanismi di propagazione naturale che determinano continue nascite di nuove varietà, spiega la sua diffusione e la grande varietà esistente. Ma i veri protagonisti del mediometraggio sono i “custodi” del fico, persone che hanno dedicato un’importante parte della loro vita alla sua salvaguardia, molto spesso nell’anonimato delle loro conoscenze. Franco Sicuro (scomparso nel frattempo), grande esploratore grecanico, che importò varietà dalla Lucania e dall’Albania, ed era sempre alla ricerca della mitologica varietà “trifera” (che farebbe tre fruttificazioni in un anno), Paolo Belloni, un milanese trasferitosi in Puglia, che ha creato un conservatorio botanico – I giardini di Pomona, a Cisternino – dove è ospitata la collezione di fichi più importante in Italia, Amerigo Pepe, di Salve, un bancario ‘convertito’ alla terra che ha creato una masseria “a tema” nel Capo di Leuca, sono solo alcuni dei custodi a cu il documtnario ha dato voce. A un decennio di distanza le loro istanze sono più attuali che mai: la salvaguardia ambientale, la società dei consumi, il ruolo delle multinazionali nelle produzione e distribuzione di ciò che mangiamo, il recupero dell’eredità della civiltà contadina. E se verso la fine dell’opera si dice che il prossimo documentario sarebbe stato realizzato “quando sarà l’ulivo in pericolo di sparizione”, bisogna attribuire una qualche virtù profetica a queste persone.

A seguire la presentazione del volume “Varietà frutticole del Salento: biodiversità, conservazione, valorizzazione” dove sono descritte più di 240 verità di ‘frutti minori’ di cui più di un centinaio – appunto – di fico. Sarà presente l'autore Francesco Minonne, Dottore di Ricerca in Ecologia Fondamentale, che ha ispirato il documentario grazie ai suoi lavori di recupero e caratterizzazione delle varietà frutticole tradizionali in Puglia ed in altri Paesi del Mediterraneo come Francia, Albania ed Isole maltesi.

A chiudere la serata il concerto di tre cantautori di origini diverse: Ciccio Zabini - salentino e autore delle musiche originali del documentario - Luca Ferraris - veneto, ma residente in Messico - e Babboo - Bolognese, di stanza in Olanda.