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Swing Big Band

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I CONCERTI DEL CONSERVATORIO "TITO SCHIPA" DI LECCE

Jazz Concert

Swing Big Band



Con un bilancio assai positivo, quanto a partecipazione e gradimento del pubblico, chiude la serie di concerti promossi dal Conservatorio "Tito Schipa" di Lecce che nel corso dell'anno ha offerto serate di vario genere, tenute da numerosi solisti ed ensemble strumentali di alto livello artistico: concerti di musica sacra e profana, monodica e polifonica, orchestrale e da camera, acusmatica, lirica, jazzistica, per flauto, per violino e per pianoforte.

L'ultimo appuntamento in cartellone, prima della pausa estiva, si terrà venerdì 13 giugno 2014, nell'Auditorium della sede di Brindisi del Tito Schipa (alle ore 19.00), con un programma di musica jazz, a cura della SWING BIG BAND, diretta da Luigi Bubbico e costituita per l'occasione da Fulvio Panico, Stefano Schiattone, Giorgio Primiceri, Giuseppe Albano, Giorgio Palma, Max Guido, Roberto Rosato, Giuseppe Spedicati, Claudio Quarta, Francesco Protopapa, Alessandro Dell'Anna, Marius Vasilius, Giovanni Alemanno, Giuseppe Candido, Dario Carlucci, Matteo Bramato, Davide Calò e la vocalist Patty Lomuscio.

Concerto di sicuro impatto emotivo, sull'onda ritmica di alcuni jazz standard elaborati da noti esponenti della storia del genere, da Glenn Miller a Benny Goodman, da Artie Shaw a Duke Ellington.

La serata si aprirà con "Two o' Clock Jump" (1939) del grande Count Basie, leggendario pianista, compositore e direttore d'orchestra tra i più apprezzati della musica jazz. Seguiranno "Pennsylvania 6-5000" (1940) di Jerry Gray/Glenn Miller e il popolare ballabile "In the Mood" (1939), che Miller elaborò per intrattenere e distrarre i soldati impegnati in guerra. Trombonista e direttore d'orchestra tra i più noti dell'era swing, autore di brani celeberrimi, come "Moonlight Serenade" (1939), Glen Miller portò alla celebrità con i suoi arrangiamenti anche pezzi di altri compositori (come "In the Mood", noto in Italia pure col titolo "Ritmomania").

Il programma proseguirà con alcuni brani di Benny Goodman, clarinettista, compositore e direttore d'orchestra che fra gli anni Trenta-Quaranta fu il maggiore esponente della musica jazz fra i bianchi. "King of Swing" legò il suo nome a composizioni restate nella storia ("Stompin' at the Savoy" del 1936), ma anche ad artisti che poi divennero delle autentiche star (Ella Fitzgerald). In scaletta anche "Don't be that Way" (1938), un classico dell'era swing grazie a un leggendario concerto tenuto da Benny Goodman nel 1938 alla Carnegie Hall di New York, nel tempio della musica classica. In quella memorabile serata il pubblico ebbe dapprima una reazione tiepida all'esecuzione di classici d'orchestra, ma nel finale tributò un'ovazione e richiese cinque bis per l'esecuzione del celebre "Sing, Sing, Sing". Il concerto fu registrato e pubblicato solo nel 1950. Nel 1998 il disco fu tra i più venduti in assoluto. Originariamente intitolato "Sing, Bing, Sing", in riferimento a Bing Crosby, "Sing, Sing, Sing" (1936) è uno dei brani più rappresentativi del genere. Nelle parole dello stesso Goodman: «Sing, Sing, Sing [...] era una grande cosa e senza di esso nessuna serata poteva dirsi completa».

Si potrà poi ascoltare "Back Bay Shuffle" (1938) del clarinettista Artie Shaw, che apportò un nuovo linguaggio musicale, anche grazie all'uso nella Big Band di una strumentazione inedita per l'epoca (impiego degli archi). Shaw fu il primo direttore d'orchestra statunitense bianco che si servì di un vocalist d'origine afro-americana: Billie Holiday fu cantante stabile del suo gruppo musicale.

Nel corso della serata si potranno apprezzare anche le melodie e i ritmi di "My Reverie" (1938) di Larry Clinton (tema dall'omonimo brano di Debussy), di "Don't get Around" (1943) e "Do Nothin' Till" (1947) del grande Duke Ellington, le cui composizioni toccarono lungo una carriera di 60 anni generi distinti dal jazz, quali blues, gospel, colonne sonore e musica classica.

Sarà poi la volta di "Song of India" (1937), tra i più popolari brani di Tommy Dorsey, talentuoso trombonista ricordato per stile elegante e raffinato, precisione e melodiosità del suono, specie negli acuti. A seguire "Johnson Rag" (1950) di Jimmy Dorsey, virtuoso del sax e del clarinetto, che nel 1928 diede vita alla "Dorsey Brothers Orchestra", in società col fratello minore. Negli anni Trenta le strade dei due fratelli si separarono: Tommy fondò una propria orchestra, mentre Jimmy continuò con la vecchia band. La nuova formazione ebbe vari componenti e cantanti, tra i quali anche il giovane Frank Sinatra, che si dice abbia perfezionato il controllo del respiro proprio osservando Tommy Dorsey mentre suonava il trombone.

Seguiranno "Artistry in Rhythm" (1952) e "Eager Beaver" (1943), del geniale e carismatico Stan Kenton, tra le grandi figure del firmamento jazz. La sua orchestra, fortemente caratterizzata da un suono sapiente e seducente ("Kenton Sound"), anche grazie alla collaborazione di diversi arrangiatori, come Gerry Mulligan, gettò un ponte tra la musica jazz afro-americana e le acquisizioni raffinate e suggestive della musica colta del Novecento.

Chiuderà la serata "Blues on Parade" (1939), del clarinettista, sassofonista, cantante e direttore di Big Band Woody Hermann, il cui tema base viene dal "Cujus animam" dello "Stabat Mater" di Rossini.

 

La SWING BIG BAND è un raggruppamento speciale di musicisti che, nella formazione classica delle orchestre da ballo americane degli anni Quaranta composta da 17 elementi, in alternanza, dà vita a questo progetto unico ed esclusivo che si avvale anche della collaborazione di docenti e allievi del Conservatorio "T. Schipa" di Lecce.

La potenza del suono, la carica emotiva di questi musicisti uniti nella condivisione di un ritmo incalzante come lo Swing alla maniera delle orchestre americane, fanno di questa formazione sud-italiana una vera occasione di gioia e festosa atmosfera alla portata di tutti.

Nata principalmente dagli incontri e seminari tenuti nella scuola di Jazz del Conservatorio "T. Schipa" di Lecce, il suo organico è costituito da tre distinte sezioni di fiati (trombe, tromboni e sassofoni composte da tre a cinque strumenti per sezione) e da una sezione ritmica (formata da pianoforte, chitarra, contrabbasso, batteria e percussioni).

Verso la metà degli anni Venti, fino agli anni Quaranta, si delineò in ambito jazz un nuovo stile che, sulla base della musica suonata alla maniera di New Orleans e Chicago, diede origine a uno dei più importanti momenti del jazz, quello della sua massima affermazione di pubblico: lo Swing.

I maggiori esponenti, Glenn Miller, Benny Goodman, Duke Ellington, Count Basie, rappresentano gli autori di gran parte delle composizioni che la Swing Big Band ha inserito nel suo repertorio di sicuro impatto emotivo per la sua carica ritmica e coinvolgente.

 


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