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Eventi e speciali

Benedetto Lupo, pianoforte

lupo

C.M.S. 45^ Stagione Concertistica

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Informazioni utili

  • Categoria: Concerti, Balletti, Operette, Jazz, Musical
  • Data: 01/12/2014
  • Dove: Lecce
  • Indirizzo: Teatro Politeama Greco - Via XXV Luglio, 30;
  • Costo: Abbonamento a 19 spettacoli: Poltronissima [Intero: € 220, Ridotto: € 200, Speciale giovani: € 180] - Poltrona [Intero: € 180, Ridotto: € 160, Speciale giovani: € 140] - Loggione [Intero: € 90, Ridotto: € 80, 70]
  • Orario: 20:45
  • Organizzatori: Camerata Musicale Salentina - Via XXV Luglio 2/b - Lecce
  • Telefono: 0832 309901 – 348-0072654
  • E-mail: cameratasalentina@gmail.com
  • Sito web: http://www.salentonline.it/cameratasalentina

Camerata Musicale Salentina

45^ Stagione Concertistica

Benedetto Lupo, pianoforte

Salutato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua (e non solo della sua) generazione, Lupo si esibirà al Teatro Politeama Greco di Lecce con un programma di particolare e rarissimo ascolto, che prevede nella prima parte l'interpretazione della sonata 1.X.1905 di Leoš Janáček seguita da una serie di capolavori del repertorio pianistico di Claude Debussy come Images, première série (1905), Masques e L'isle joyeuse (1904).L'intera seconda parte sarà, invece, occupata dall'esecuzione integrale dei 24 Preludi op. 11 di Alexander Scriabin.

 

Benedetto Lupo è pianista immenso, dotato di ragguardevole talento tecnico ed espressivo; ha iniziato gli studi musicali nella sua città, Bari, sotto la guida di Michele Marvulli - dopo un'audizione con Nino Rota - presso il Conservatorio "Niccolò Piccinni", concludendoli con Pierluigi Camicia e diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Ha studiato successivamente con Marisa Somma, Sergio Perticaroli, Aldo Ciccolini e frequentato le masterclass di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia.

 

Ha debuttato a tredici anni con il Primo Concerto di Beethoven, imponendosi subito in numerosi concorsi internazionali. Tra le orchestre di fama mondiale con cui ha suonato si ricorda la Philadelphia Orchestra, Boston Symphony, Chicago Symphony, Los Angeles Philharmonic, London Philharmonic e molte altre ancora. Si è esibito al  Lincoln Center di New York, alla Salle Pleyel a Parigi, Wigmore Hall a Londra, Philharmonie a Berlino, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles ed è stato ospite dei più importanti teatri italiani:Teatro alla Scala di Milano, San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Comunale di Bologna e di Firenze, Regio di Torino, Verdi di Trieste, Carlo Felice di Genova, Filarmonico di Verona, Massimo di Palermo, Lirico di Cagliari e Petruzzelli di Bari.

 

Artista dal vasto repertorio, Benedetto Lupo ha al suo attivo anche un'importante attività cameristica e didattica: insegna al Conservatorio "Nino Rota" di Monopoli, tiene masterclass presso importanti istituzioni internazionali ed è spesso invitato nelle giurie di prestigiosi concorsi pianistici internazionali.

 

 

PROGRAMMA

 

Leoš Janáček                                  Sonata 1.X.1905

Claude Debussy                              Images, première série (1905)

Claude Debussy                             Masques (1904)

Claude Debussy                             L'isle joyeuse (1904)

 

*****

 

Aleksandr Nikolaevič Scriabin  24 Preludi op.11

 

GUIDA ALL'ASCOLTO

 

Leoš Janáček - Sonata 1.X.1905

La sonata 1905 di Janáček deve il suo titolo all'evento che l'ha ispirata: l'uccisione di un giovane dimostrante ceco a Brno, da parte della polizia, il giorno 1 ottobre 1905. Janáček la scrisse di getto, accumulando materiali che selezionò prima che la Sonata fosse eseguita dalla pianista Ludmila Tučkovà nel gennaio 1906. Proprio alla prima interprete si deve il salvataggio della composizione che Janáček aveva distrutto in un momento di rabbia gettando i fogli nel fiume Moldava.

Nel Predtucha (Presentimento) troviamo un primo tema nostalgico, malinconico, definito da un arco melodico arcuato presto sviluppato in un percorso partecipato, intenso, ricco di pathos; un ponte modulante ci accompagna verso il secondo tema, dal carattere di aurea serenità.

Nel Smrt (Morte) il tema principale che si sviluppa è sospeso e declinante, di intima tristezza; molto lentamente, esso acquista un elemento ritmico melodico che lo rende più mobile e vivido; le armonie tendono a ispessirsi e a divenire spumeggianti, con effetto di grandiosa solennità.

 

Claude Debussy - Images, première série (1905)

La prima serie di Images mette in primo piano una scrittura pianistica aperta alle più insolite soluzioni tecnico-stilistiche, con un'accentuazione dell'impegno virtuosistico, particolarmente marcato in Reflets dans l'eau, nell'ambito del quale la mobilità del discorso musicale si acquieta soltanto nell'episodio conclusivo «dans une sonorité harmonieuse et lointaine». Caratterizzato, almeno in parte, da un'arcaicizzante prospettiva appare Hommage à Rameau - straordinario musicista e compositore francese che Debussy adorava -, mentre con Mouvement viene ripristinata quella mobilità estrosa che rimane una delle matrici costanti di buona parte dell'opera pianistica di Claude de France.

 

Claude Debussy - Masques (1904)

Masques è da intendere, secondo lo stesso autore, più come «tragica espressione dell'esistenza» che come spensierata maschera della commedia italiana. L'inizio del brano, basato sul tamburellare di una quinta "vuota", è misterioso e ambiguo; il primo spunto è presto travolto dalla ripresa veemente della percussione iniziale, ora enfatizzata dal raddoppio in ottava della mano destra. La parte centrale, nella quale udiamo ancora minaccioso il tamburellare ritmico della prima parte, si basa sulla successione di morbide armonie, cui fa seguito una specie di elaborazione del tema percussivo. Il finale è giocato sul registro acuto del pianoforte, ma l'ultimo "ironico saluto" ci viene ancora dato dal ritmo tamburellante dell'inizio.

Claude Debussy - L'isle joyeuse (1904)

L'isle joyeuse sarebbe ispirato ad un celebre quadro di Watteau, L'embarquement pour Cythère, e perciò Debussy avrebbe impiegato la grafia antica di "isola",isle, in luogo del oderno ile. La composizione fu eseguita per la prima volta il 18 febbraio 1905 alla Société Nationale da Ricardo Vines, ìnsieme con Masques, e divenne in breve tempo molto nota. Musica "all'aperto" come la rivoluzionaria dans Grenade dell'anno precedente, l'Isle joyeuse è però di concezione, di struttura e di scrittura strumentale più tradizionali. Si tratta, fatto raro in Debussy, di un pezzo da concerto calcolato in vista del rapporto con il pubblico di una grande sala. Lo "scenario" si richiama alla Fétes galantes di Verlaine e, attraverso questi, a Watteau, non senza un tocco - l'imbarco per l'isola dell'amore - di autobiografismo. Sono evidenti i simbolismi dell'acqua (nel primo tema) e dell'isola dell'amore (nel secondo tema, che arieggia il valzer lento), ma la scrittura è saldamente ancorata alla tradizione virtuosistica post-lisztiana ed è di effetto brillantissimo nella sua sapiente mescolanza di dinamiche contrastanti, di rarefazioni e di accumulazioni. La forma, sebbene non legata ad uno schema, tiene però conto dell'allegro bitematico della sonata: esposizione di due temi, sviluppo, riesposizione abbreviata e coda. Il recupero della tradizione prevale quindi qui sulla sperimentazione che caratterizza le precedenti Estampes (1903) e che segnerà poi tutta l'opera di Debussy a partire dalla prima serie delle Images (1905).

 

Aleksandr Nikolaevič Scriabin - 24 Preludi op.11

Baldanzoso e un po' megalomane (come Liszt), Scriabin comincia a scrivere preludi a sedici anni con l'intenzione di completarne due serie di ventiquattro ciascuna. Chopin aveva lavorato ai Preludi op. 28 per tre anni, Scriabin lavora per nove anni, dal 1888 al 1896, e alla fine... si ritrova con una sola serie, più vari spezzoni della seconda serie. La serie completa viene pubblicata come op. 11, gli spezzoni vanno a formare le opp. 13, 15, 16 e17.

Parlando astrattamente, si vede subito che mancano di varietà i gruppi 6-7-8 e 23-24. La minore durata del n. 23 (trenta secondi circa) rispetto al n. 24 (quarantacinque secondi circa) e la variazione della scrittura (leggera nel n. 23, massiccia nel n. 24) compensano però la monotonia del Vivo seguito dal Presto. Compensazione che non avviene invece nel gruppo 6-7-8. Rispetto a Chopin, Scriabin non sfrutta il contrasto fra pezzo aforistico e pezzo formalmente più articolato, perché tutti i Preludi dell'op. 11 sono monotematici. In una ideale "graduatoria di merito" Scriabin sta dunque dietro a Chopin, ma non molto distante perché la sua invenzione musicale è alta ed il dominio del suono pianistico è già completo. Ciò che gli manca, in fondo, è il senso del dramma cosmico che in Chopin nasce dalla geometria delle ventiquattro tonalità. Ma bisogna dire che per questo aspetto nessuno sta alla pari con Chopin.

 

 


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