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Eventi e speciali

Pensiamo in prosa: Bolero - Serata d'Autore

Bolero

Balletto di Roma

Informazioni utili

  • Categoria: Danza / Balletto
  • Data: 20/02/2009
  • Dove: Casarano
  • Indirizzo: Teatro Filograna - Via Sen. De Matteis
  • Orario: Porta ore 20,30 - sipario ore 21,00
  • Organizzatori: Comune di Casarano - Assessorato alla Cultura
  • Telefono: 0833 514238 - 0833 514242
  • Sito web: http://www.comune.casarano.le.it
Coreografie: Mauro Bigonzetti – Eugenio Scigliano –
Milena Zullo - Fabrizio Monteverde
Musiche: J. S. Bach – Eric Serra – Antonio Vivaldi –
Maurice Ravel
Costumi: Silvia Califano – Eugenio Scigliano
Maitre de Ballet e Assistente alle coreografie: Stefania Di Cosmo

Lo spettacolo - dal titolo Bolero. Serata d'autore - presenta quattro coreografie: il coreografo italiano Fabrizio Monteverde si confronterà con l'amatissimo brano Bolero danzato sulle celebri note di Maurice Ravel, preceduto da Turnpike, ovvero tutti i percorsi possibili coreografia di Mauro Bigonzetti su musica di Johann Sebastian Bach, Noon coreografia di Eugenio Scigliano su musica di Eric Serra e Il racconto del mito coreografia di Milena Zullo su musiche di Antonio Vivaldi.
Il Balletto di Roma è stata la prima compagnia di danza indipendente in Italia. Fondata nei primi anni ‘60 da due gloriosi ballerini dell’epoca, Walter Zappolini e Franca Bartolomei, ha mantenuto negli anni una solida attività produttiva con un buono standard artistico. Oggi vanta la direzione artistica di Cristina Bozzolini e Walter Zappolini ed è una delle migliori compagnie italiane per qualità di lavoro e scelte artistiche.
L’estro creativo del coreografo Fabrizio Monteverde si confronta con l’amatissimo brano di Ravel in uno spettacolo che vede esibirsi i ballerini del Balletto di Roma.
Il Bolero di Maurice Ravel, composto nel 1928 come un torbido e sanguigno intreccio di passioni in una taverna spagnola, è stato coreografato da alcuni dei più grandi maestri della danza affascinando il pubblico del mondo intero e raggiunge l'apice della celebrità nel 1961 con la storica versione di Maurice Béjart, priva di ogni tratto e colore iberico, assolutamente senza luogo né tempo. Quella di Fabrizio Monteverde è una soluzione completamente diversa in cui viene creata una nuova situazione: una gara di ballo dal crudele meccanismo che fa leva sulla resistenza, sullo sconforto, sulla volontà di lottare, sull'illusione e sul sacrificio spinti fino alla bestiale cecità.
Scrive Riccardo Reim nelle note allo spettacolo: "La squallida sala con i suoi avventori diviene il mondo intero, l'unico traguardo possibile di ogni azione è la vittoria, non importa che sia autentica. Questo Bolero, con le sue sontuosità orientaleggianti, risuona orribilmente stridente: metafora dell'atrocità dell'esistenza e del suo squallore".

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