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San Tommaso Becket. Festa a Mottola

Feste patronali del Salento 2018

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San Tommaso Becket

Festa patronale a Mottola

Una delle scelte più indovinate del grande sovrano inglese Enrico II fu quella del suo cancelliere nella persona di Tommaso Becket, nato a Londra da padre normanno verso il 1117 e ordinato arcidiacono e collaboratore dell'arcivescovo di Canterbury, Teobaldo.

Nelle vesti del cancelliere del regno, Tommaso si sentiva perfettamente a proprio agio: possedeva ambizione, audacia, bellezza e uno spiccato gusto per la magnificenza. All'occorrenza sapeva essere coraggioso, particolarmente quando si trattava di difendere i buoni diritti del suo principe, del quale era intimo amico e compagno nei momenti di distensione e di divertimento.

L'arcivescovo Teobaldo morì nel 1161 ed Enrico II, grazie al privilegio accordatogli dal papa, poté scegliere Tommaso come successore alla sede primaziale di Canterbury. Nessuno, e tanto meno il re, prevedeva che un personaggio tanto "chiacchierato" si trasformasse subito in uno strenuo difensore dei diritti della Chiesa e in uno zelante pastore d'anime. Ma Tommaso aveva avvertito il suo re: "Sire, se Dio permette che io diventi arcivescovo di Canterbury, perderò l'amicizia di Vostra Maestà".

Ordinato sacerdote il 3 giugno 1162 e consacrato vescovo il giorno dopo, Tommaso Becket non tardò a mettersi in urto col sovrano. Le "Costituzioni di Clarendon" del 1164 avevano ripristinato certi abusivi diritti regi decaduti. Tommaso Becket rifiutò perciò di riconoscere le nuove leggi e si sottrasse alle ire del re fuggendo in Francia, dove visse sei anni di esilio, conducendo vita ascetica in un monastero cistercense.

Conclusa con il re una pace formale, grazie ai consigli di moderazione di papa Alessandro III, col quale si incontrò, Tommaso poté far ritorno a Canterbury, accolto trionfalmente dai fedeli, che egli salutò con queste parole: "Sono tornato per morire in mezzo a voi". Come primo atto sconfessò i vescovi che erano scesi a patti col re, accettando le "Costituzioni", e il re questa volta perse la pazienza, lasciandosi sfuggire una frase incauta: "Chi mi toglierà di mezzo questo prete intrigante?".

Ci fu chi si prese questo incarico. Quattro cavalieri armati partirono alla volta di Canterbury. L'arcivescovo venne avvertito, ma restò al suo posto: "La paura della morte non deve farci perdere di vista la giustizia". Egli accolse i sicari del re nella cattedrale, vestito dei paramenti sacri. Si lasciò pugnalare senza opporre resistenza, mormorando: "Accetto la morte per il nome di Gesù e per la Chiesa". Era il 23 dicembre del 1170. Tre anni dopo papa Alessandro III iscrisse il suo nome nell'albo dei santi.

Il culto di Mottola verso S. Tommaso  affonda le radici nel tempo delle crociate. Probabilmente ad opera di soldati inglesi in viaggio verso la Terra Santa. "La tradizione locale - si legge nel libro "Santi di casa nostra" di Lino Angiuli - fa risalire l'origine cultuale all'episodio storico avvenuto nel 1102, quando Mottola, assediata e devastata dai Tarantini, perse il Vescovo Alimberto, il quale, mentre cercava la mediazione tra vincitori e vinti, venne ucciso da una freccia nemica. Con la successiva ricostruzione di Mottola, si scelse come patrono S. Tommaso, la cui figura ricordava la morte del Vescovo cittadino".

Ora, l'Arcivescovo di Canterbury a Mottola ha anche un inno. A comporlo, il M° Leo Caragnano. La forma stilistica musicale è quella del mottetto. Si tratta di una forma di composizione musicale vocale o vocale - strumentale di argomento religioso, nata in Francia nel 13° secolo, presso i discantisti dell'Ars Antiqua e presso i trovatori, come composizione a due o tre voci; la più grave (tenor) svolgeva a note lunghe una melodia gregoriana.
Ma, non è tutto. Per San Tommaso, lo stesso Caragnano ha anche realizzato una cartolina, a tiratura limitatissima, sulla quale è riportato integralmente il mottetto. Ne sono state stampate soltanto quaranta, con tanto di annullo filatelico. Sono andate letteralmente a ruba e sono già un pezzo da collezione.

Il programma

Primo appuntamento giovedì 27 dicembre (alle 19.00 pressoChiesa Madre S. Maria Assunta) con la presentazione del libro “Da Canterbury a Mottola. Il culto di Tommaso Becket nel Mezzogiorno d'Italia” del prof. Pietro Dalena e la relazione di Mons. Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei e professore ordinario emerito di Storia Medievale. Il tutto con l’intermezzo musicale di Gian Vito Tannoia all’organo e Alessandro Tannoia alla fisarmonica.

Il 28 dicembre (alle 19.00 presso Chiesa Madre) il “Concerto di Natale della Fanfara Dipartimentale della Marina Militare Italiana”, con la partecipazione degli alunni dell’Istituto Comprensivo San Giovanni Bosco. Inoltre, prevista una presentazione in anteprima del testo “Mottola Preunitaria 1805-1830” di Domenico Rotolo con la relazione del prof. Piero Massafra, editore e storico. Intervengono Mons. Claudio Maniago e l’Ammiraglio di Divisione Salvatore Vitiello. Presenta la giornalista Maria Florenzio.

Momento clou sabato 29 dicembre quando Mottola entrerà nel vivo dei festeggiamenti. Alle ore 17:00 in piazza XX Settembre animazione medioevale con Compagnia dei Girovaghi, acrobati aerei, trampolieri luminosi, ballerini nelle sfere e show di fuoco. Alle 18:00 la Consegna delle chiavi al Santo Patrono da parte del sindaco Giampiero Barulli e, a seguire, la celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta. Nella Chiesa Madre (19.30 con replica 20.30) azione scenica Tommaso Becket: teatro, danza, musica, videoproiezioni, videomapping con la regia di Antonio Minelli e l’allestimento Full Service di Luigi Nardelli. Protagonista la compagnia Formediterre e la Scuola attoriale multidisciplinare MuDi. Un gruppo di attori, attraverso il testo e il movimento, racconteranno il martirio di san Tommaso Becket. Una performance di forte spettacolarità, complice l’integrazione con suoni luci e una sovrapposizione di immagini con la tecnica del video mapping. Ma la festa coinvolgerà l’intero centro storico: sarà presente un mercatino di artigianato artistico e hobbisti, mentre alcuni ristoratori proporranno un menu medievale e allestimenti a tema (a richiesta nei ristoranti Rifugio dei Vip- Civico 32- Sale e Pepe –Vicolo Corto- Borgo Antico - LiXLi ).

Infine, nei tre giorni dal 27 al 29 dicembre, previste visite guidate su prenotazione nel centro storico e nelle suggestive Grotte di Dio (ticket ridotto 5 euro).


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