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Il mulino degli sconcerti. Le memorie di Gino Sandri.
A cosa serve il teatro? Rassegna ideata da Induma Teatro e Luoghi Comuni
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L’attore e regista Simone Franco propone Il mulino degli sconcerti. Le memorie di Gino Sandri. Talento precocissimo ed eccellente disegnatore, la vita di Gino Sandri (1892 – 1959) fu segnata da una dolorosa reclusione in istituti psichiatrici dal 1924 in poi, per motivi politici. La sua recente riscoperta ha sottratto da un immeritato oblio bellissimi disegni e scritti di una lucidità impressionante, che costituiscono un'eccezionale testimonianza storica, forse unica nello specifico genere; disegni accompagnati da commenti, ricordi e aforismi, raffiguranti degenti e infermieri, realizzati dall’artista tra il 1927 e il 1949. La scena è oscura e vuota: la stanza della memoria . Buio antro amniotico in cui si rivela l’uomo con i suoi resti, un cavalletto, una sedia, una valigia. Tra le mura d’un padiglione, tra le reti d’un cortile, tra le vie d’un paese, l’uomo percorre il suo destino ed ogni passo è un ricordo ed ogni passo è un evento. Col suo lento incedere l’uomo segna il perimetro delle porzioni in cui risulta suddivisa la scena: la prima è quella di destra in cui l’uomo riferisce il racconto “Il mulino degli sconcerti”, a sinistra la seconda porzione dei giudizi psichiatrici, nel centro il racconto del Dottor Cerletti ed il funzionamento dell’elettroshock, sul fondo il collage da “Cosa è la follia”.
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