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Un ultimo saluto romantico al Santalucia

santalucia

Davanti alla saracinesca abbassata

Una piccola organizzazione di cittadini,
ha dimostrato che si può modellare lo sdegno in modo civile,
portandolo al rango di atto democratico,
incontro dove tutti han spontaneamente contribuito,
dibattito di civiltà in cui tutti son liberi di esprimere una libera opinione e contribuire fattivamente.
Massimiliano Manieri

Volevo giusto sentire il sapore delle parole rincorse tra sogni risuonanti e scene scalpitanti di un'ultima proiezione, così ieri è stato, una sostenuta sospensione detta tra una parola ed un'altra espressa tra gente comune, tra gente che incaricato il sapore di una sconfitta seppur commerciale, ha saputo vedere quell'ultimo scorcio di una saracinesca abbassata in un saluto che di cinematografico aveva solo la parola FINE.
Luca Nicolì

Quando si osserva una saracinesca abbassata definitivamente ci si pone una laconica domanda: "quanto ci metterà la polvere a posare là dentro?" "cosa deteriorerà prima?"
Inutile dire poi quali possibilità malinconiche attivi questa vacua e decadente previsione.
Quando tocca poi ad un luogo a cui ti lega un'affezione, il ragionamento si complica, a ridosso dei groppi in gola, che il pensiero conseguentemente sgancia.
In questo caso il cinema Santa Lucia non era soltanto una sala cinematografica, per molti era un luogo dell'anima, un ritrovo di appassionati, ma non abbastanza purtroppo, che ad ogni occasione, ad ogni uscita dell'ultima pellicola d'autore, sapevi ti saresti ritrovato intorno.
Ogni volta che ci si metteva piede si sapeva esattamente che ci si sarebbe dovuti sperticare nel saluto di amici di pellicola, ascoltando i loro perché sul film in proiezione, o magari ci si sarebbe amorevolmente picchiati all'uscita, poiché se è confermata la teoria sulla sacra soggettività, non esiste un gusto che accomuni mai un parere all'uscita di un film (e vivaddio...)
Il cinema Santa Lucia nasceva in una realtà cittadina leccese, subito dopo la seconda guerra, con l'entusiasmo dei primi film giunti da oltreoceano, a cui seguirono gli anni del cinema neorealista italiano ed autoriale europeo. Purtroppo con il susseguirsi dei generi più filmicamente modaioli, le nuove tendenze artistiche e tecniche, nonchè le mutazioni tecnologiche che gli anni hanno imposto come dolby surround, poltrone vibranti, 3D, e tutte le diavolerie che si trovano nelle sale IMAX, i cinema come la citata "Santa" è indubbio che abbian cominciato a soffrire della pressione del nuovo, a discapito della tradizionale proiezione, che a sua difesa aveva solo e soltanto la scelta artitisticamente qualitativa.
Se ad un bimbo, all'entrata di un luna park, gli si chiede di scegliere tra la giostra ultima arrivata, e la giostra più tradizionale, difficilmente sceglierà quest'ultima, e spesso, uno spettatore è anche un bimbo sotto questo punto di vista, quindi non sorprendano i commenti che tacciavano questo cinema di non essere al passo con i tempi, quasi meritevole di prematura fine.
In una realtà odierna, dove la "fracassoneria" va a discapito dell'ascolto del dialogo, non ci si può meravigliare che un effetto speciale oscuri l'originalità di scelte coraggiose fatte solo ed esclusivamente per una proiezione d'autore.
Purtoppo la realtà racconta che in tempi come questi, un cinema che si specializza sull'autoriale, debba quasi in automatico andare incontro ad indifferenze sempre maggiori, a sale sempre più vuote, quindi sempre a maggiori difficoltà nel gestire e tenere a galla i conti. Occorre ammetterlo, il cinema Santa Lucia è morto anche a causa nostra, come l'Odeon prima di lui.
Mercoledì sera dalle ore 20:30 ci siamo ritrovati all'esterno, in forma apolitica ed apartitica per commemorarlo, con un'ultima proiezione, in un tentativo di mossa mediatico/malinconica che smuova l'animo di tutti, enti, comuni, assessori di competenza nei quali confidiamo in una scelta civica e gloriosa che metta un NO davanti ad uno sradicamento di un luogo che aveva assunto anche una storicità, e che non potrebbe istituzionalmente vedersi ridotto in ennesimo ed inutile centro commerciale. Come se questa città fosse soltanto un'immensa e ripetitiva mandibola bisognosa di cibo per denti, senza occhi, senza mente, senza orecchie appresso...
 A dare il via alla serata è stato lo storico proiezionista del Santa Lucia, Pasquale Ciccarese a cui è stato chiesto per l'ultima volta, di avviare la pellicola "C'ERA UNA VOLTA IL WEST", corollario simbolico e significativo a questo nostro omaggio, da cittadini affezionati, amanti del cinema e irriducibili romantici.
Sperando in un destino non del tutto miope alle sincere esigenze del nostro vivere, per ritornare a credere in una cultura che è anche investimento, e non soltanto business e per un bene comune che non taccia a questo ennesimo scempio che sta per compiersi, e questo lutto cui rassegnarsi non sia un ennesimo silenzio.
Massimiliano Manieri, Luca Nicolì, Fatina Federica De Giorgi, Annalisa Presicce

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