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Fabbricare l'immaginario
Sabbatico
con
Pino Petruzzelli
Il secondo appuntamento sarà il 4 aprile con un altro grande nome della scena contemporanea Pino Petruzzelli con il suo SABBATICO, il suo nuovo e appassionante spettacolo, colonna sonora Django Reinhardt. Una storia di viaggi e incontri eccezionali dove il cassiere Gerardo Cozzolino da un giorno all'altro si trova tra le mani il suo destino, almeno per un mese, un tempo sabbatico in cui secondo l'antica legge mosaica si lasciava riposare la terra, non si pagavano tributi e non si riscuotevano crediti.
E' da questa interruzione che inizia un viaggio in cui l'occasionalità degli incontri, le peripezie, l'avventura anche sentimentale, sembrano casuali e invece sono regolate dalla necessità di essere liberi. Turista per caso, Gerardo Cozzolino si trasforma in un viandante picaresco che a ogni stazione del viaggio, dalle montagne al mare, dal nord al sud dell'Italia, smarrisce progressivamente i simulacri della moderna identità: i documenti, l'automobile, il telefonino. Il turista sa in anticipo quando il viaggio finisce e deve tornare alla quotidianità di sempre. Il viaggiatore disperde invece la consapevolezza
Fabbricare l'Immaginario, una rassegna, un titolo, due spettacoli e due versioni dell'identità culturale, ma un'unica sensibilità civile e un senso del drammatico che non solo ravviva il ricordo del dolore, ma innesca una rielaborazione collettiva. Una scelta che rivendica la responsabilità del teatro di farsi officina di emozioni ed esperienze che, per il tempo di uno spettacolo, porta via dalla realtà e nell' immaginazione ricostruisce un mondo di significati; ricomponendoli e definendone il valore.
Due spettacoli in cui il pubblico si sente molto coinvolto, ogni spettatore può immaginare quello che viene raccontato e creare la sua storia. La costruzione e stesura del testo arriva da ricerche antropologiche, giornalistiche o sociologiche che hanno una funzione di denuncia, protesta, rivelazione ed educazione.
Le direzioni sono diverse ma gli esiti si avvicinano nell'intento di recuperare una memoria attorno alla quale ricostruire il concetto e l'energia di una comunità, nella convinzione che l' educazione all'ascolto e l'esercizio dell'immaginazione siano preziosi per tutti.
E' da questa interruzione che inizia un viaggio in cui l'occasionalità degli incontri, le peripezie, l'avventura anche sentimentale, sembrano casuali e invece sono regolate dalla necessità di essere liberi. Turista per caso, Gerardo Cozzolino si trasforma in un viandante picaresco che a ogni stazione del viaggio, dalle montagne al mare, dal nord al sud dell'Italia, smarrisce progressivamente i simulacri della moderna identità: i documenti, l'automobile, il telefonino. Il turista sa in anticipo quando il viaggio finisce e
deve tornare alla quotidianità di sempre. Il viaggiatore disperde invece la consapevolezza