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Presentazione del libro di Daniele Manco
Tenebra
A seguire, presentazione di "I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmanti" di Luca Imperiale
Introduce: Antonio Megha (Assessore alla Cultura)
Dialogano con gli autori: Fiorella Mastria (Sindaco di Neviano) Luciano Pagano (Editore).
Interviene l'artista Marilena Apollonio
Iinterventi musicali a cura di: Nazario Simone, Fabio De Donno
Tenebra
Il libro. Dai più caldi e sconfinati deserti alle più fredde e fitte foreste, tra scenari truculenti e terrificanti, l’opera segue l’iter di vita dell’autore che, interiorizzando le proprie vicissitudini, crea tutto un percorso emotivo personale. Tenebra non è soltanto un testo poetico, ma rappresenta anche la storia di una vita interiore fortemente influenzata da un vissuto turbolento. Questo libro, dopo anni di lunga attesa, riesce a ricreare un immaginario fantastico e quasi fiabesco che lascia spazio a molteplici chiavi di lettura e riflessioni. Ai limiti del grottesco, guiderà il lettore verso intricati sentieri emotivi.
L'autore. Daniele Manco nasce a Ciriè in provincia di Torino nel 1985, ma trascorre la sua infanzia ad Aradeo, un piccolo paesino dell’entroterra salentino. Trasferitosi a Torino all’età di tredici anni, intraprende gli studi di geometra. In Piemonte scopre da subito un legame molto forte tra lui e l’ambiente naturale circostante. Malgrado viva in una città, la sua dimensione è quella dei paesaggi montani nei quali molto spesso si rifugia per ritrovare se stesso e la pace di cui ha bisogno. Terminati gli studi, decide di arruolarsi nell’Esercito Italiano. Questa scelta cambierà radicalmente la sua vita. Presta servizio nel “2° Reggimento Alpini” a Cuneo, addestrandosi in modo duro e rigoroso tra le valli e gli aspri monti del Piemonte. Una vita da soldato, dunque, che lo porterà molto presto a conoscere nuove realtà. Partecipa a due missioni in teatro operativo in Afghanistan. La prima missione lo vede impiegato a Kabul e la seconda nella provincia di Herat. Attraversando sterminati deserti, steppe e città diroccate, conosce un mondo fatto di guerra, fame e miseria rischiando la vita in molte situazioni. È l’Afghanistan post-attentato terroristico dell’11 settembre del 2001 al World Trade Center di New York. Durante la sua ultima missione prende parte ad un’autocolonna di centotrenta mezzi blindati e quattrocento uomini che parte da Herat in direzione Bala Morghab con l’obiettivo di raggiungere una base operativa avanzata. Durante il tragitto, a venticinque chilometri da Bala Morghab, l’automezzo lince di fronte al suo salta in aria in seguito all’esplosione di un ordigno esplosivo ad altissimo potenziale mietendo vittime e feriti. È l’attentato del 17 maggio 2010 da cui avrà scampo per miracolo. Questa vicenda segnerà profondamente gli anni a venire. Seguirà, quindi, il congedo volontario con la rinuncia alla carriera. A distanza di dieci anni, con versi incisivi e potenti, decide di raccontare e raccontarsi. Vuole raccontare di orrori vissuti, di amori perduti, delle amate montagne e della vita.
I giorni dell'ombra
Alessandro Errico, scrivendo dei versi di Luca Imperiale, parla di: «Sillabe che sfogliano pagine in un farsi discorsivo di parole ora lisce come schiaffi, ora ruvide come carezze. Squarci di luce improvvisa nel dominio del buio, come flash a fotografare la fuga di un istante, il respiro evaso dall’apnea mentale. Una scrittura che prende in prestito gli oggetti della consuetudine cercando di elevarli al tono del canto alato, far ascendere la quotidianità di tutti a registro alto, dar voce alla materia per incastonarla nella versificazione che dà vita e dignità alle cose talmente familiari da apparire inutili, ripetitive, noiose.». Valentina Murrieri racconta di un «Archivio di “giorni di lotta” senza perimetro, né cuciture, messo assieme da una saldatrice che ti ha sigillato verso dopo verso», e il poeta Marcello Buttazzo aggiunge che «Luca ha saputo far nascere aurore sorgive e vitali, approdando ad una bellezza vivida. Una bellezza seconda. Lui è un artista arguto della parola, che sa maneggiare con cura, con discrezione, con discernimento. I suoi versi sono sempre calibrati, ben congegnati. Le sue quartine non sono mai debordanti, seguono un registro contenuto e contegnoso, con intriganti lampi lirici. Luca Imperiale è davvero un artista della sua esistenza, perché nei suoi componimenti sa evocare i suoi vissuti, depurati da ogni egocentrismo. Le sue storie sono universali, appartengono a tutta l’umanità.». “I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmanti”, di Luca Imperiale, racchiude un esordio poetico con un impianto filosofico puntellato di solide basi teoriche, che unisce la scrittura poetica al pensiero filosofico, spaziando dall’umano al divino. Nel volume sono presenti gli interventi di Alessandro Errico, Valentina Murrieri, Valerio Capasa, Marcello Buttazzo.
L’illustrazione di copertina è opera dell’artista Fabio De Donno. L’appendice alla raccolta, dal titolo “Tutto ebbe inizio”, è un’opera nell’opera, che nel solco di quella poesia novecentesca che ha saputo trarre ispirazione dalle tematiche religiose (con nomi come Mario Luzi, Alda Merini, Clemente Rebora, Giovanni Pascoli, Carlo Betocchi), presenta il testo di una «Via Crucis» contemporanea, attuale, capace di mettere a confronto l’umanità del dramma vivente, personale, e l’universalità del racconto evangelico.
L'autore. Luca Imperiale è nato a Brindisi nel 1983. Vive a Sannicola. È appassionato di musica, soprattutto italiana e cantautorale. Ascolta fin da piccolo, legge e approfondisce la poetica dei più grandi cantautori italiani come De Andrè, Guccini, Vecchioni, Lolli, Bertoli e Vasco Rossi. Amante del calcio, ha giocato per tanti anni a livello agonistico. Ha frequentato l’istituto professionale per il turismo e successivamente ha conseguito l’attestato di operatore socio sanitario. Dopo avere lavorato diversi anni in alcune strutture sanitarie, nel 2015 si è iscritto all’istituto di scienze religiose di Lecce, l’ISSRM “Don Tonino Bello”, laureandosi in scienze religiose. È appassionato di Dostoevskij. Coltiva quotidianamente la passione della scrittura.