Koreja-Teatro Stabile d’Innovazione (Lecce)
LA PASSIONE DELLE TROIANE
idea e progetto Salvatore Tramacere
regia
Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere
con
Maria Rosaria Ponzetta/Alessandra Crocco -
Cassandra,
Vito De Lorenzi –
Percussioni,
Fabrizio Saccomanno -
Coro,
Emanuela Gabrieli -
Coro,
Ninfa Giannuzzi -
Andromaca,
Riccardo Marconi –
Chitarra,
Silvia Ricciardelli -
Ecuba,
Admir Shkurtaj –
Fisarmonica,
Fabio Tinella -
Astianatte
elaborazione testi
Angela De Gaetano, Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere
musiche dal vivo di
De Lorenzi, Gabrieli, Giannuzzi, Marconi, Pizzicato, Shkurtaj
con il coordinamento musicale di
Antonio Pizzicato
assistenza alla regia
Laura Scorrano
scene, luci e visual:
Luca Ruzza con
Bruno Capezzuoli e
Fabio Di Salvo
consulenza/traduzione griko
Gianni De Santis
luci, fonica e tecnica
Angelo Piccinni, Mario Daniele
Si ringraziano
Eliana Forcignanò e
prof.Gino Pisanò,
Kurumuny per la concessione delle immagini tratte da
Stendalì di
Cecilia Mangini
Premio Speciale 2009 "REWARD FOR ARTISTIC ACHIEVEMENT"
Festival Purgatorje, Tivat - Montenegro
Una stanza. Un morto. La presenza di alcune donne in lacrime ne sancisce il ricordo; la memoria di una mancanza riecheggia nei loro lamenti, e solo in essi ha ragione d'esistere.
La presenza del
coro alimenta la possibilità di ricreare atmosfere sonore e rimandi a luoghi vicini e lontani dove confluiscono sentimenti, voci, parole che si manifestano insieme alle azioni e alle immagini. Le musiche eseguite dal vivo e composte dagli stessi interpreti, assumono un ruolo di primo piano sulla scena al pari dei testi e delle azioni. Così musicisti, cantanti e attori divengono protagonisti di una rappresentazione che si pone tra il teatro e la musica, tra il concerto e lo spettacolo. Ed è straordinariamente inevitabile, alla fine, ritrovarsi ad un ritorno, all'essenza: l'umano dolore di una madre e l'innocenza sacrificata del figlio amato, una tragedia.
Lo spettacolo intende coniugare le
Troiane di Euripide con il tema della
Passione di Cristo, scegliendo di dialogare con la
tradizione grika del Salento.
"Passiuna tu Christu" è un canto dell'area grika salentina. L'idea nasce dalla volontà di accostare il lamento delle donne di Troia, alle
moroloja, ovvero i pianti che un tempo le donne facevano a pagamento per un morto del quale appena a volte conoscevano il nome.
Euripide porta, ne
LE TROIANE, molti elementi di innovazione soprattutto per effetto delle nuove soluzioni drammatiche attuate, orientate alla rottura con la tradizione, mediante l'inserimento di parti dialettiche che allentano la tensione drammatica e l'alternanza delle modalità narrative. La novità assoluta del teatro euripideo è comunque rappresentata dal realismo con il quale il drammaturgo tratteggia le dinamiche psicologiche dei suoi personaggi. Lo sgretolamento del tradizionale modello eroico porta alla ribalta del teatro euripideo la figura muliebre:
Andromaca, Fedra e
Medea sono le nuove figure tragiche di Euripide, il quale ne tratteggia sapientemente la tormentata sensibilità e le pulsioni irrazionali che si scontrano con il mondo della ragione e che ben si coniugano con le tradizioni salentine. Infatti profondamente umani sono i dolori che vengono descritti ne
La Passione delle Troiane in cui la femminilità è l'elemento dominante: emergono, infatti, in primo piano, le figure di
Andromaca, Ecuba, Cassandra che, pur costrette a sottomettersi a un destino crudele, non rinunciano tuttavia alla loro fierezza, non piegano il capo di fronte alla crudeltà dei greci e denunciano con parole frementi di sdegno gli orrori della guerra fra gli uomini.
E ancora la morte, nella tragedia euripidea, del piccolo e innocente
Astianatte, richiama alla mente la crocifissione dell'Innocente per antonomasia,
Cristo, colui che, senza peccato, si è immolato per la salvezza del genere umano. Per questo, il pianto di Andromaca si fonde con quello della Vergine in un unico grande dolore che è quello di tutte le madri costrette dal destino a rinunciare ai propri figli.
Il teatro di Euripide funge da vero e proprio laboratorio politico, non chiuso a se stesso, ma al contrario, affine ai mutamenti.