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Eventi e speciali

Ti racconto il vino

Cantine Astore

La storia ed i vini della masseria "L'Astore" raccontati e degustati a "Liberrima nel Cortile"

Informazioni utili

  • Categoria: Gastronomia, Degustazioni
  • Data: 05/03/2009
  • Dove: Lecce
  • Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 33
  • Costo: 10€
  • Orario: 21:00
  • Organizzatori: Liberrima
  • Telefono: Info e prenotazioni: 0832 245524 - 0832 242626
  • Fax: 0832 575038
  • E-mail: comunicazione@liberrima.it
  • Sito web: http://www.liberrima.it

Il racconto di un modo di abitare e di far vini tipico del Salento con “L’Astore Masseria”.
Lecce: “Liberrima nel cortile – Enoteca e libreria sul gusto dei luoghi” e “All’ombra del barocco – Il caffè di Liberrima” presentano giovedì 5 marzo 2009, alle ore 21, la storia della masseria “L’Astore” e dei suoi vini prodotti a Cutrofiano nel racconto di uno dei proprietari, Paolo Benegiamo. “L’Astore Masseria” è un’azienda agricola di proprietà della famiglia Benegiamo-Di Summa dagli anni ’30 del Novecento. Abitata fin dai primi anni ’60, “L’Astore” fu una delle prime masserie salvate dallo stato di abbandono, in cui versavano, prima del recente revival turistico, queste tipiche dimore del Salento. Nella tenuta di “L’Astore” sono state ritrovate tombe databili fra il VI e l´VIII sec d. C. tuttora oggetto di scavo e ricerca da parte del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Lecce. Monumento di notevole importanza storica è la cappella di S. Giovanni, ricadente nell’omonima tenuta dove viene prodotto l’olio extra vergine, con la sua cripta risalente al 1200, rifugio dei monaci basiliani dalle persecuzioni degli imperatori iconoclasti.

Nella tenuta “L’Astore”, di circa 100 ettari, fin dagli anni ’40, secondo i criteri dell’epoca, si produceva vino in cospicue quantità destinato alle cantine del nord Italia ed ai mercati esteri. Dopo un’interruzione durata fra gli anni ’70 e ’80, alla fine degli anni ’90, il padre Achille e i figli Paolo, Stefano e Luca Benegiamo hanno deciso di riprendere la produzione puntando decisamente sulla qualità. Avvalendosi dell’esperienza e della professionalità del team di Riccardo Cotarella, uno degli enologi più famosi in Italia e all’estero, è stato studiato il programma di reimpianto dei vigneti, delineando le caratteristiche dei vini da produrre. Accanto al frantoio ipogeo del 1700 è stata costruita una bottaia interrata in stile architettonico salentino, volte a stella e pietra leccese, facendone, a detta dei molti visitatori, una tra le più suggestive cantine d’Italia. Oggi “L’Astore” rappresenta un progetto ambizioso che, forte dell’antica conoscenza dei terreni e dell’eccellente qualità delle uve di vigneti condotti secondo avanzate tecniche agronomiche, consente di esplorare e interpretare l’unicità dei vini del terroir Salento.

I vigneti dell’azienda “L’Astore”, di proprietà, si estendono per 13 ettari allevati a cordone speronato in c.da Astore, c.da Cantore, c.da Argentieri, ricadenti nell’agro di Cutrofiano, paese nel cuore del Salento, che dista 20 Km sia dal mar Jonio sia dal mar Adriatico, e dunque è un territorio esposto al sole e ai venti. Oltre al negramaro e al primitivo, le varietà sono: petit verdot, aglianico, merlot, cabernet sauvignon, montepulciano, sirah, chardonnay e malvasia bianca. Saranno degustati tre grandi vini: L’Astore, da selezione delle uve nei vigneti di Aglianico e Petit Verdot, che consente di ottenere questo rosso unico, di grande pregio e finezza, risultato di uve raccolte a mano con scrupolosa attenzione e grazie ad arte enologica superiore. Notevole importanza riveste la vicinanza, a meno di 500 metri dai vigneti, della cantina: questo permette che intercorra poco tempo tra la raccolta e la pigiatura, evitando eventuali partenze di fermentazione indesiderate e problemi di rottura degli acini dovuti al trasporto. Le principali caratteristiche, ovvero la particolare intensità nei profumi, la prontezza e l’armoniosa rotondità nei tannini e la lunghezza nei retrogusti, sono la risultante della particolarissima situazione pedoclimatica dei vigneti da cui proviene. L’Aglianico da terre “bianche” ad impasto sabbioso-argilloso, con medio scheletro calcareo, il Petit Verdot da un suolo estremamente calacareo e sassoso nella zona della vecchia cuccagna. L’affinamento per 15-16 mesi in barriques di rovere francese, di media tostatura, dona a L’Astore un particolare tocco di eleganza e complessità senza alterare ma integrando la già ricca materia prima. A seguire il confronto tra Filimei, un negroamaro Igt salento, e una novità, lo Jema, un rosso Igt Salento da uve Primitivo, presentato in anteprima a Liberrima nel Cortile.

La serata prevede un intermezzo letterario dedicato al libro “Alba dominica” (Palomar 2008), di C. Pozzi e S. D’Alessandro, il più recente studio sulle masserie pugliesi e sulle loro caratteristiche architettoniche, delle quali è possibile scoprire la modernità delle strutture abitative e degli spazi dedicati al lavoro. Le masserie erano in grado di accogliere chi le abitava e di trasformarsi a seconda delle nuove esigenze, una plasticità molto più efficace rispetto ai moduli architettonici contemporanei. Esiste dunque un’eredità della cultura contadina che riguarda i segreti dell’abitare umano, oltre a quelli del buon bere e del buon mangiare.


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