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Eventi e speciali

II Concerto

Stagione sinfonica e di balletto Autunno-Inverno 2013-2014

Informazioni utili

  • Categoria: Concerti / Musica
  • Data: 16/11/2013
  • Dove: Cisternino
  • Indirizzo: Teatro Paolo Grassi
  • Costo: Abbonamento di sei concerti più un balletto: Poltronissima/Palchi I° ordine a 45,00 € e per le Poltrone/Palchi II° ordine a 35,00 €.
  • Orario: 21.00; prova generale per le scuole, ore 10.30
  • Organizzatori: Fondazione ICO Lecce - Orchestra Sinfonica Tito Schipa
  • Telefono: 0832683510
  • E-mail: infoico@provincia.le.it

II Concerto

Direttore: Michel Tabachnick
Pianoforte: Giuseppe Albanese

Robert Schumann
Concerto in la min. per pianoforte e orchestra op. 54
Sinfonia n. 3 "Renana" in mi bem. magg. op. 97

Il Concerto per pianoforte e orchestra op. 54, composto tra il 1841 e il 1845, riflette la felicità dei primi anni di vita matrimoniale con Clara Wieck. In questo concerto sono il vigore e l'ampiezza dei movimenti, l'architettura dello spazio sonoro, l'armonia tra il pianoforte e gli strumenti dell'orchestra, gli elementi che testimoniano l'equilibrio interiore raggiunto da Schumann in quel fecondo e sereno momento della sua esistenza. Questo concerto è un importante banco di prova per mostrare l'elevate capacità interpretative ed esecutive. In esso risaltano l'intensità espressiva, la qualità e la varietà dell'invenzione musicale. Di fronte ad una complessa gamma di spunti tematici gli interpreti sono chiamati continuamente a mantenere alta la comprensione del messaggio poetico della partitura schumanniana. Il dialogare e il melodizzare tra la parte solistica e quella orchestrale si svolgono in costante e sottile equilibrio, sempre in maniera collaborativa e mai invadente.

La Sinfonia n.3 in mi bemolle maggiore op. 97 fu scritta in poco più di un mese e compiuta il 9 dicembre 1850, sottotitolata "Renana" perché, secondo un aneddoto per la stesura del quarto movimento il compositore aveva tratto ispirazione dalla cerimonia d'insediamento dell'Arcivescovo di Colonia, grande e bella città sul Reno. La composizione appare animata da una vitalità intensa e spensierata, forse scaturita dal contatto quotidiano che Schumann, all'epoca residente a Dusseldorf, poteva avere con il fiume che per i Romantici rappresentava la culla della civiltà germanica. Nei cinque movimenti che compongono la sinfonia, la fantasia creatrice di questo grande autore sembra condurci proprio lungo le rive del Reno, in luoghi diversi che ci restituiscono immagini di vita reale, riflesse e in movimento. La prima esecuzione dell'opera sotto la direzione dello stesso Schumann fu un trionfo, così come la sua seconda performance, in cui il pubblico richiese la ripetizione dell'intera composizione. Da allora questa sinfonia è diventata così popolare da essere considerata l'inno non ufficiale della Renania. Ma il suo successo non è limitato al territorio tedesco la sinfonia fu presentata nelle sale da concerto di tutto il mondo, riscuotendo sempre una calorosa accoglienza.

Michel Tabachnik è Direttore Musicale e Artistico dal 2008 della Brussels Philharmonic è stato dal 2005 direttore stabile della Noord Nederlands Orkest di cui è ora Direttore Emerito. È stato in passato direttore stabile dell'Orchestra della Fondazione Gulbenkian a Lisbona, dell'Orchestre Philharmonique de Lorraine e dell'Ensemble InterContemporain a Parigi. Ha collaborato con Berliner Philharmoniker, l'Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, l'Orchestra della NHK di Tokyo, l'Orchestre de Paris, con il Teatro La Fenice di Venezia. È stato invitato da numerosi festivals tra cui quello di Lucerne, Salzbourg, Aix-en- Provence. Michel Tabachnik ha studiato pianoforte, composizione e direzione d'orchestra a Ginevra. Terminati gli studi, ha collaborato con Pierre Boulez, Herbert von Karajan e Igor Markevitch. È stato inizialmente l'assistente di Markevitch all'Orchestra della Radio Televisione a Madrid, in seguito è stato per quattro anni l'assistente di Pierre Boulez presso la BBC Symphony Orchestra di Londra, e poi come direttore a Parigi all'Ensemble InterContemporain, cosa che gli ha permesso di confrontarsi con le composizioni di Stockhausen, Berio, Ligeti, Messiaen, di cui ha diretto numerose prime mondiali, nonchè più di venti composizioni di Iannis Xenakis, con il quale aveva stabilito una stretta collaborazione. Nel campo della musica operistica, ha diretto le orchestre dei Teatri di Parigi, Ginevra, Zurigo, Copenaghen, Lisbona, Roma, Monreale, Genova, Bolshoi teater. È stato anche invitato regolarmente dall'Opéra Canadienne di Toronto, dove ha diretto anche Lohengrin, Madama Butterfly, Carmen, the Rake's Progress. Michel Tabachnik consacra molto del suo tempo anche ai giovani musicisti. Ha diretto diverse orchestre internazionali giovanili. È stato direttore artistico dell'Orchestre des Jeunes du Québec e per dodici anni è stato direttore dell'Orchestra des Jeunes de la Méditerranée, da lui fondata nel 1984.

Giuseppe Albanese "Premio Venezia" 1997 all'unanimità (giuria presieduta da R. Vlad) e "Premio Vendome" 2003 (presidente di giuria J. Tate), si è diplomato in pianoforte a 17 anni al "G. Rossini" di Pesaro con lode e menzione d'onore; a 23 anni consegue il "Master" all'Accademia d'Imola e, dopo la maturità classica (60/60), si laurea in Filosofia con lode e dignità di stampa (tesi sull'Estetica di Liszt nelle "Années de Pèlerinage"). A 25 anni è docente universitario di "Metodologia della comunicazione musicale". Si esibisce su prestigiose ribalte internazionali quali il Metropolitan Museum, la Rockefeller University e la Steinway Hall di New York; il Cenart di Mexico City; l'Auditorium Amijai di Buenos Aires; il Konzerthaus di Berlino; la Laeisz Halle di Amburgo; la Philharmonie di Essen; il Mozarteum di Salisburgo; St. Martin in-the-fields e la Steinway Hall di Londra; la Salle Cortot di Parigi; la Filharmonia Narodowa di Varsavia; la Filarmonica Slovena di Lubiana; la Gulbenkian di Lisbona. Collabora con direttori del calibro di C. Arming, J. Conlon, L. Foster, W. Humburg, D. Jurowski, J. Kovatchev, A. Lombard, N. Luisotti, A. Nanut, T. Netopil, G. Pehlivanian, D. Renzetti, H. Soudant, P. Steinberg, M. Tabachnik, J. Tate, J. Valcuha, J. Webb. In Italia, oltre che dai maggiori teatri quali l'Auditorium-Parco della Musica di Roma, gli Arcimboldi, l'Auditorium Verdi e il Dal Verme di Milano, l'Auditorium Toscanini della RAI e il Lingotto di Torino, si è distinto per essere stato l'unico pianista della sua generazione ad essere invitato da ben dieci Fondazioni Liriche: il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, l'Opera di Roma, il Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l'Arena di Verona. Di particolare rilievo gli inviti per un recital monografico su F. Liszt del Festival MITO - Settembre Musica e del Winter Arts Square Festival di Yuri Temirkanov a San Pietroburgo. Tra le sue ultime incisioni realizzate, singolare successo ha riscosso il CD monografico con musiche di Debussy
pubblicato a gennaio 2012 per il mensile "Amadeus" in occasione dell'anniversario dei 150 anni della nascita del compositore francese.

Intervista a Michel Tabachnik
Michel Tabachnik, lei ha avuto la fortuna di studiare con alcuni grandi Maestri della musica classica: Herbert von Karajan uno dei più grandi direttori d'orchestra del dopo guerra e forse di tutti i tempi, Igor Markevitch, Pierre Boulez e Iannis Xenakis, che è tra le figure più rappresentative dei compositori della seconda parte del Novecento.
Quale ricordo ha dei suoi Maestri?
Uno dei ricordi più belli è di quando studiavo con Karajan il Parsifal di Wagner a Salisburgo. Eravamo solo noi due e la metà dell'orchestra e mi diceva aprendo la partitura: "Vedi Tabachnik, a me non interessa il nero, ma il bianco". In altre parole voleva dirmi non m'interessa quali note siano scritte lì sullo spartito, ma cosa c'è dietro al bianco della pagina. Ho appreso che la musica stessa è molto bella, ma quello che "trasporta" la musica è ancora più essenziale.

Ci sono dei ricordi personali che vorrebbe condividere per ricordare il compositore Iannis Xenakis sia come artista che come persona?
Iannis Xenakis era un compositore che inventò un nuovo linguaggio molto difficile da scrivere e trasmettere. Lui era anche un architetto e fece edifici con curve e volle comporre anche la musica con delle curve. Le curve nella musica sono riproducibili più o meno con dei glissando, per esempio d'archi. Scrivere un glissando con ritmi è molto difficile mentre un glissando normale da una nota all'altra è regolare. Insieme lavorammo molto per riprodurre questo tipo di scrittura e le curve nella musica.

Ha "carpito" qualche segreto dai suoi grandi Maestri con cui ha studiato da giovane?
I miei 2 maestri nella direzione sono stati Karajan e Boulez. La loro concezione della musica è distinta, ma complementare. Karajan era ossessionato dalla qualità del suono, dalla linea musicale e dall'emozione veicolata dalla musica. Boulez badava al rigore, voleva trasmettere esattamente la partitura, che doveva essere chiara per il pubblico. Karajan non era interessato ad essere chiaro voleva trasmettere qualcosa di più emozionante mentre per Boulez solo se la partitura era chiara l'emozione sarebbe arrivata al pubblico. Io provo a fare una sintesi dei due stili.

Com'è il suo rapporto con la formazione dei giovani allievi? Cosa le piace di più di questo rapporto? Cosa cerca di trasmettere ai suoi allievi?
Io ho avuto il privilegio di aver conosciuto Igor Markevitch che era amico di Richard Strauss, ed ho l'impressione di avere conosciuto io stesso Richard Strauss. Ho conosciuto anche Ansermet che era molto amico di Debussy. Ansermet mi ha spiegato cose che aveva conosciuto direttamente da Debussy stesso. Io ho inciso "La Mer" di Debussy e sono sicuro di essermi avvicinato molto al pensiero dell'autore. Io provo a dare agli studenti quello che ho ricevuto dai miei Maestri.

Riesce a condividere la passione per la musica allo stesso modo e con la stessa sintonia dei giovani musicisti o ci sono delle differenze?
La nuova generazione sfortunatamente s'interessa di più al romanticismo anziché alla musica del XX secolo, sono ossessionati da Beethoven, Brahms, Čajkovskij, ma non a Bartók, Berg, Stravinsky, Xenakis, Boulez, io cerco di avvicinarli a questi compositori.

Venerdì 15 suonerà accanto al Pianista Giuseppe Albanese: a che tipo di concerto assisteremo, o meglio cosa cercherà di trasmettere e di far venire fuori dalle opere di Robert Schumann? Darà un'interpretazione particolare al concerto?
Il messaggio di Schumann è un messaggio molto profondo, di sensazioni, di emozioni, un messagio che è interiore, personale e spero di riuscire a trasmetterlo prima ai musicisti per poi dopo farlo giungere al pubblico.

Lei rappresenta, per la sua fama, per la sua storia, per le opere scritte ed i successi ottenuti un'artista di rilievo internazionale, averla invitata alla stagione sinfonica potrebbe far definire Lecce capitale della cultura europea?
Per me tutte le città d'Europa possono essere capitali della cultura, hanno tutte la loro personalità e sono centri che hanno un prezioso patrimonio di conoscenze, che hanno uno stile di vita, specialità, per me non c'è un centro particolare.


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