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Eventi e speciali

I teatri della cupa - 5a giornata

Il programma

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Informazioni utili

  • Categoria: Festival
  • Data: 08/09/2016
  • Dove: Novoli

I teatri della cupa

Novoli - 20.00 - Palazzo Baronale - Ingresso 3 euro: si inizia con Licia Legge le Fiabe.
Alle 20.30 (ingresso libero) nella Chiesa dell’immacolata il Teatro scalo con Arcangelo di Michele Bia e con Franco Ferrante. La storia si sviluppa su tre piani: quello del reale, della finzione e del mondo virtuale.
A seguire sul terrazzo del Palazzo Baronale (ingresso 5 euro) la Bottega degli Apocrifi riproporrà Else. Andante, cantabile con brio.

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Licia Legge le Fiabe
Letture tratte dalle fiabe di Grimm e Andersen. Con Licia Lanera. Light Design: Martine Palma. Sound Design: Qzerty. Organizzazione: Antonella Dipierro. Regia e spazio Licia Lanera. Anteprima regionale.
Arriva un tempo che è quello della notte. Arriva un tempo che è pericoloso per chi non dorme, perché i pensieri si affastellano e strane creature ti vengono a trovare. Certe volte sono pensieri felici, ambizioni, aspettative, altre volte sono paure e orrori. Per me tutte le notti arriva un tempo magico e inquieto e questo tempo, per una notte, voglio condividerlo con gli spettatori, dentro il letto. Le fiabe sono l'archetipo, il pre-visto, il pre-detto. Sono la letteratura genuina dei più profondi sentimenti umani. Sono la parola che si tramanda, che alcuni signori come Grimm e Andersen hanno trascritto. Sono quello che eri da bambino e quello che da adulto. Arriva un tempo in cui leggi fiabe che conosci da sempre e le leggi a modo tuo. Per me questo tempo è arrivato.

Arcangelo
Di Michele Bia e Franco Ferrante. Luci Ugo Maurino con Franco Ferrante. Regia di Michele Bia.
Lo spettacolo parte dall’esigenza di raccontare un avvenimento realmente accaduto. La storia si sviluppa su tre piani: quello del reale, della finzione e del mondo virtuale. Arcangelo è l’occasione di un padre attore, che coglie un momento particolare della sua vita, la patologia agli occhi di suo figlio, per dar sfogo al suo narcisismo; una serie di aneddoti che fanno parte del suo vissuto personale, che raccontate in teatro assumono un sapore paradossale, surreale, quasi finto. La storia tutta personale si apre a uno sguardo più generale abbracciando vari temi legati alla disabilità dell’ipovisione e della cecità. Ferrante in questo lavoro si divide in tre ruoli: quello del padre, dell’attore, e dell’uomo comune ossessionato da facebook, che non ammette a se stesso di essere vittima di una semplice e banale crisi di mezz’età, nel momento in cui la vita gli pone un problema ben più serio.

Else
Andante, cantabile con brio. Monologo per tre figure. Riscrittura da Arthur Schnitzler. Di Cosimo Severo e Stefania Marrone con Miriam Fieno. Regia Cosimo Severo.
Un lungo corridoio di dossi, discese e salite. Un luogo che delimita l’azione e le crea attorno una voragine spaventosa. Uno spettacolo che rimette in vita ‘La signorina Else’ di Arthur Schnitzler dandosi come punto di partenza lo spazio interiore del personaggio Else, che moltiplica attorno a sé i personaggi e gli stati d’animo che traboccano dal romanzo. Il nodo è un piccolo problema economico da risolvere, non c’è mica bisogno di farne una tragedia, di pensarci troppo, di sicuro non c’è bisogno di spargere la voce. Capita anche nelle migliori famiglie! Il clima è disteso, c’è aria di vacanza. Else, una ragazza in villeggiatura con la zia, riceve una lettera della madre: la famiglia ha bisogno di un prestito urgente e sembra che lei sia l’unica al momento che può chiederlo ad un amico di famiglia … Una storia sempre vera che racconta un allegro vivere e promette lieto fine; un mondo dove ci si cambia per cena come nei film e dove la cena si chiama dinner; un mondo su cui planare sofficemente con l’unica piccola accortezza di non andare troppo a fondo, o si rischia di svelarne l’essenza gommosa e flaccida. È un popolo intero quello che si rende visibile nelle parole e nelle immagini che si compongono dentro e fuori Else, un popolo di figurine in canottiera e colli di pelliccia, a cui in modo leggero e crudele tutti apparteniamo un po’.


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