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Pulce ha nove anni, due occhioni accesi e ascolta solo il tango: non parla perché è autistica, ma questo non significa che non abbia niente da dire. Un giorno come tanti, viene portata via dalla sua famiglia senza troppe spiegazioni perché su suo padre grava un'accusa mostruosa. Attraverso lo sguardo divagante e trasognato della sorella Giovanna entriamo nella quotidianità di una famiglia anormale, con il suo lessico pensato per chi può solo parlare per immagini, il suo caos pieno di emergenza e amore. E senza retorica e senza patetismi esploriamo lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi.