Concerto Mediterraneo
del
CORO POLIFONICO dell’UNIVERSITÁ
del
SALENTO
in omaggio a
UNIMED
Unione delle Università del Mediterraneo
In occasione dell’
Assemblea Generale di UNIMED, che quest’anno si tiene a
Lecce dal 7 al 9 luglio, il
Coro Polifonico dell’Università del Salento dedica un concerto ai popoli lambiti dal Mediterraneo.
L’
incipit è affidato all’
Inno alla gioia di L. van Beethoven, che rappresenta il più alto simbolo musicale dell’Europa unita.
Segue l’Inno goliardico
“Gaudeamus, igitur” elaborato dal
M° Luigi De Luca. Il latino dei medievali clerici vagantes farà da cornice alla serata, siglandone la conclusione con i
“Carmina Burana” di Carl Orff.
Dopo l’esecuzione del
“Gran finale Secondo” dell’”
Aida” in cui si celebra l’Egitto, il Concerto si snoda sulle note del
Nabucco, prediligendo ancora Verdi e rimarcando, con l’interpretazione del
“Coro di Introduzione” e del
“Va’ pensiero”, il messaggio emblematico dei popoli oppressi e dei gesti di eroico valore forieri di affrancamento e di liberazione.
Lo sguardo si sposta poi all’Ellade, con la cantata
“Anemos. Musiche dal mito” di
Luigi De Luca - eseguita in prima assoluta a Lecce nell’ottobre 2010, in occasione del IV Congresso Internazionale di MOISA (Società internazionale per lo studio della musica greca e romana e della sua eredità culturale) - e qui interpretata in forma antologica.
Dalla civiltà greca la serata musicale, con splendidi guizzi geografici, orienta il suo sguardo verso l’Occidente mettendo in rilievo i valori di un’altra civiltà, quella gallica che darà i natali alle popolazioni francesi. Il
Coro di Druidi e Sacerdotesse della belliniana Norma esalta la terribile potenza di Roma, ma celebra in tutta la sua solennità l’atmosfera sacrale che circonda i Druidi, dignitari, sacerdoti e medici.
Mozart, nel Coro di Giannizzeri, esprime un messaggio universale di fratellanza e di amore e mentre celebra le virtù del Bascià, dà prova, già nel Settecento, di una certa apertura multiculturale.
Segue un omaggio alla Francia e a Camille Saint-Saёns. Il duetto d’amore tratto da
“Samson et Dalila” ed elaborato per solo e coro da Luigi De Luca, di grande bellezza melodica, ripropone l’eterno conflitto tra oppressori e oppressi (qui tra filistei ed ebrei), ormai proiettato verso un’idea di riscatto e di mondo in pace impersonata da Sansone.
Dopo
Habanera, tratta da
“Carmen” di George Bizet, uno scorcio di Spagna immerge nella festosità ritmico-coreutica della musica iberica.
Il programma ritorna poi a Verdi, puntando su altri due brani celeberrimi:
Coro di Mattadori spagnuoli da “La Traviata” e Coro di Zingari tratto da “Il Trovatore”; omaggio, quest’ultimo, assieme a
Nada te turbe (su testo spagnolo musicato da De Luca, in amalgama con un brano di J. Živcović), al mondo slavo e zigano.