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Di Principio Attivo Teatro
Il figlio che sarò
Con Giuseppe Semeraro e Gianluigi Gherzi. Regia di Fabrizio Saccomanno
Uno spettacolo sul tema dei padri, dell'assenza dei padri, della mancanza di contatto tra le generazioni. Un uomo di quarantacinque anni, Giuseppe incontra Vito, il suo vecchio professore della scuola media superiore per chiedergli aiuto. Come tanti padri, che Vito incontra ogni giorno, Giuseppe ha un grosso problema col figlio: c'è silenzio, troppo, tra di loro, non riescono a comunicare, il figlio sembra, agli occhi del padre, assente, abulico. Senza valori e senza interessi. Spinto dal suo vecchio professore, Giuseppe comincia a ricordare la propria infanzia e adolescenza, infanzia e adolescenza splendida e terribile. Adolescenza dove ci sono boschi di ulivi, strade storte, bici senza freni, ma anche periferie desolate del sud Italia. Ci sono incontri disgraziati e incontri miracolosi. Ci sono le cadute e i riscatti. C'è la relazione difficile che Giuseppe ha avuto con Matteo, suo padre. Giuseppe conquista con fatica la sua indipendenza nei confronti del padre, ma diventato padre a sua volta vive, in altre forme, la stessa difficoltà e mancanza di rapporto col figlio. Cosa vuol dire davvero essere padre oggi? Come fare a non dire bene e razzolare male? Di quali valori si è portatori. Si è davvero capaci di parlare con l'esempio e non con le morali? Attraverso questo racconto, Giuseppe si pone di fronte ai propri buchi e alle proprie mancanze di oggi, al tradimento di quelle passioni e di quei desideri che proprio il rapporto con Vito, il suo professore, aveva attivato in lui. "Il figlio che sarò" si sviluppa attraverso registri leggeri, ironici, grotteschi, drammatici. È canto in onore dei figli e dei padri. È visione di futuro e rapporto con una memoria capace di trasformare i comportamenti presenti.