Teatro due Mondi (Faenza) / Ert Fondazione (Modena)
AL GRAN TEATRO DI MANGIAFUOCO
di Gigi Bertoni
con
Monica Camporesi, Maria Regosa, Andrea Valdinocci
consulenza musicale
Antonella Talamonti
scene e costumi
Lucia Baldini con la collaborazione di
Angela Pezzi
progetto luci
Marcello D'Agostino
foto
Stefano Tedioli
grafica
Marilena Benini
regia
Alberto Grilli
Il Gran Teatro ha montato le sue tende, manca solo il pubblico. All'arrivo dei bambini Mangiafuoco, con i suoi attori, esce per riceverli e incontrarli. Tra i bambini, nella confusione, si intrufola Pinocchio. Proprio come nelle pagine di Collodi. Ed è lui stesso che, dialogando con Mangiafuoco, fa partire il sogno che è questa avventura.
Lo scenario si sposta in estremo Oriente. Wu Ching-hua è una giovanissima ragazza costretta a lavorare nei campi perché il padre è vecchio e malato. In questa Terra una legge proibisce alle giovani donne i lavori di fatica perché il loro compito è fare figli che possano diventare contadini e guardie del Governatore tiranno. Arrestata per questa ragione, riesce a fuggire e ad appiccare un incendio che distrugge la prigione. Tutti i contadini vengono chiamati a Palazzo per spegnere le fiamme e così si incontrano e discutono tra loro. Wu Ching-hua parla delle condizioni di servitù in cui sono costretti a vivere convincendoli ad organizzarsi per reclamare i propri diritti. Viene progettata una azione simbolica, un assalto al granaio per una ridistribuzione del grano tra tutti. Ecco l'epilogo. Mangiafuoco è di nuovo in scena e riporta il pubblico fuori dalla storia, riaccompagnandolo nella realtà. E tra quel pubblico, ora, c'è certamente anche Pinocchio.
Pinocchio non è in scena, non è personaggio di questa storia. Piuttosto è seduto in platea, è parte di quel pubblico proprio perché quando però vende l'abbecedario per comprarsi un biglietto per il teatro, fa un'azione rivoluzionaria scegliendo un percorso differente.
Questa ricostruzione del Gran Teatro di Mangiafuoco è la metafora di un teatro che propone la propria peculiarità di racconto non mediato, non filtrato, peculiarità che rischia di sparire a poco a poco dall'orizzonte delle nuove generazioni.
Ma ai bambini come agli adulti va ricordato e detto che esiste un mondo diverso da quello quotidiano, il mondo fantastico e reale delle storie che vengono narrate dalla voce dei nonni, dei genitori o dagli attori e che ci permettono di capire la realtà e dunque sono necessarie alla nostra vita come lo sono le foreste.
Età consigliata 8-10 anni
tecnica utilizzata: Teatro d'attore
PREVENDITA e INFORMAZIONI
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00
Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70 – tel. 0832-242000 / 240752
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