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2 giorni ufficiali di festeggiamenti civili e religiosi (in effetti molti di più)
Deriva probabilmente dall’arcaico nome di Alezio, Alixias, il nome della Madonna della Lizza, il cui culto religioso è molto vivo nella cittadina: ogni famiglia custodisce gelosamente un’immagine della Vergine e, all’arrivo della festività estiva, dalla lampade che ogni famiglia espone sull'uscio di casa e dal suono per le vie del paese del "fischiettu e tamburru" (fischietto e tamburo), sembra quasi di percepire nell’aria il senso di attesa e di agitazione che lega la popolazione locale, soprattutto quella di età più avanzata, alle celebrazioni della Madonna.
I motivi suonati dai musicanti di "fischiettu e tamburru", oggi, sono per lo più delle musiche moderne; fino alla fine dell'ottocento, invece, si suonava "La Tiara", un canto popolare dedicato a Maria. Ed era antica usanza tra le donne rendere omaggio alla Vergine camminando sulle ginocchia, dall’ingresso del paese fino alla chiesa, accompagnate dal “tifo” di due ali di folla che durante il percorso aiutavano con la loro partecipazione.
La devozione, poi, era accresciuta dalla profonda riconoscenza nei confronti della Madonna, per la cui intercesssione era stato scongiurato il terremoto del 27 agosto 1886.
Oltre alla festa del 15 agosto, infatti, vi è una celebrazione minore ma non meno importante per gli aretini, la cosidetta Lizziceddra che si svolge il 27 dello stesso mese per ricordare il miracolo. La sera di quel giorno Alezio venne colpita da un terremoto di tale intensità e durata da far temere la distruzione del paese; nonostante fosse stato così impetuoso non ci furono danni alle costruzioni e neppure nessuna vittima e i danni furono di lieve entità. Tra la popolazione avvenne il riconoscimento che il miracolo dello scampato pericolo fosse avvenuto per intercessione dell'Assunta, patrona del paese.
Accanto alla festa religiosa si svolge, con apertura all'alba del 15 agosto, la Fiera della "Lizza", molto importante e di eco regionale; a centinaia e centinaia piccoli e medi commercianti vi accorrono per la vendita delle loro mercanzie. Nel passato la fiera era caratterizzata dall'arrivo di grandi mandrie di cavalli, bovini e di altri animali. I mandriani, con urla e bastoni di giunco a punta ingrossata e manico curvo, controllavano queste enormi mandrie di bestie già stanche per il lungo viaggio mentre dalla strada si sollevavano nuvole di polvere.
Il Sigillo Reale era stato concesso alla fiera il 25 luglio 1810 dal re Gioacchino Murat (re delle due Sicilie), che autorizzava "...la comune di Gallipoli (allora Alezio era frazione di Gallipoli con il toponimo di Villa Picciotti) in terra d'Otranto... a tenere una fiera nella Parrocchia della Lizza nei giorni 13,14 e 15 nel mese di agosto di ogni anno".