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Eventi e speciali

"I giardini dell'attesa" di Peter Zeller

Incontro con l'Autore

Informazioni utili

"Leggere" il paesaggio ed il giardino

Peter Zeller
presenta il libro
"I giardini dell'attesa"
Adda Editore

Coordina
ROSA MARIANO
Studiosa di Giardini

Intervengono
VINCENZO CAZZATO
Docente Unisalento
DONATO FORENZA
Docente Uniba


IL LIBRO
Che siano luoghi della memoria, ricostruzioni dell'immaginazione o realtà ancora in qualche modo presenti e percorribili, i "giardini dell'attesa" rappresentano degli snodi decisivi nelle vite dei singoli o di intere civiltà. Teatri di un volontario esilio, come per Darwin e Freud, o spettacolari scenografie di una vita inimitabile come per la Villa Lysis di Fersen o per S. Michele che fu ad Anacapri il buen retiro di Axel Munthe, o ancora, mitiche rievocazioni di vegetazioni sospese sul bordo di eventi epocali come per i giardini di Montezuma o per quelli di Pompei ed Ercolano, ci parlano di qualcosa che trascende la suggestione degli ambienti e che si colloca al confine fra la vita e la morte, nel cuore stesso del senso delle cose. L'attesa è allora come un sottile presentimento che attraversa queste creazioni umane ed è anche a volte stoica accettazione o remota speranza che si consuma in quel ritorno alle origini e ad una madre che ogni giardino vuole segretamente simboleggiare. In un suo percorso tutto intimo e dichiaratamente autobiografico, l'autore non è andato alla ricerca dei giardini più celebrati e rinomati (sui quali già tanto è stato scritto) né si è voluto soffermare prioritariamente su considerazioni paesaggistiche, preferendo piuttosto lasciare libero corso a pensieri e ricordi in un itinerario che partendo dalle memorie d'infanzia si interseca con esperienze di viaggio, studi, riflessioni. Per ritrovare, immerso fra bordure e alberi imponenti, a cospetto del mare o nel folto di un bosco, il brivido di un'antica domanda: "... perché, nel silenzio sconfinato si è aperta la falla della vita?". Il tono è però semplice, da conversazione lieve e, a volte, scherzosa, attenta alla bellezza dei luoghi ma, ancor più agli uomini che lì vissero, ai loro drammi e alle loro gioie. Sempre percorso dalla necessità di guardare alle cose con amorevole leggerezza, nella convinzione che gli attaccamenti vanno superati e che bisogna lasciarsi trasportare nel misterioso fiume dell'esistenza.


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