Fino al 18 ottobre si può scegliere il miglior progetto per il "Panda d'Oro 2010",
http://www.wwf.it
Inizia così il conto alla rovescia del WWF verso il vertice mondiale di Nagoja,
un mese di eventi e iniziative speciali
Da oggi prende il via sul sito del WWF la prima consultazione ’popolare’ via web sul tema della biodiversità: attraverso il sito dell’associazione sarà possibile scegliere il progetto che merita l’assegnazione del Panda d’Oro 2010, lo storico “Diploma per la Conservazione della Biodiversità” con cui il WWF premia ogni anno i migliori progetti per la tutela della natura in Italia. L’edizione speciale per l’Anno Internazionale della Biodiversità in questi giorni ha ricevuto un riconoscimento speciale del Presidente della Repubblica che ha voluto conferire al premio Panda d’Oro la propria Medaglia. Il 29 ottobre, in concomitanza con la chiusura della Conferenza di Nagoya (la 10° Conferenza delle parti della Convenzione sulla Diversità Biologica – 18-29 ottobre in Giappone) avrà luogo la cerimonia ufficiale di premiazione presso la sede della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, con la consegna dei Panda d’Oro per le categorie Specie e Habitat e del premio speciale “Custode della biodiversità”, riservato ad una persona che si è particolarmente distinta per un’azione concreta per la conservazione, gestione e valorizzazione della biodiversità.
Sono sette i progetti che hanno passato la prima selezione della commissione WWF come migliori “buone pratiche” per la conservazione della natura in Italia, e ora è il turno della valutazione popolare. Su www.wwf.it e fino al 18 ottobre tutti gli italiani potranno conoscere e votare il loro progetto preferito, contribuendo a premiare gli Enti pubblici o i soggetti privati che stanno lavorando con successo per proteggere specie come il camoscio appenninico, gli olivi secolari pugliesi e l’ululone (rospetto giallo e nero dell’Appennino), creare “banche” della biodiversità in diverse regioni italiane o tutelare habitat preziosi come le zone umide pistoiesi, vere “oasi” per gli uccelli migratori, le dune costiere della Toscana settentrionale o le coste marchigiane, entrambe minacciate dall’attività umana e dal cemento.
Anche la Puglia è nella “finale” di questa edizione del Panda d’Oro con il progetto “I giganti del Mediterraneo” realizzato dalla Comunità degli oliveti monumentali di Puglia: un gruppo di agricoltori biologici che attraverso il rispetto della legalità, pratiche agricole sostenibili e la produzione di olio biologico, si sta impegnando per difendere gli olivi monumentali pugliesi, alcuni dei quali hanno fino a 2500 anni, e insieme ad essi un sistema di oliveti tradizionali che grazie alle loro peculiari caratteristiche svolgono una funzione di rifugio per un’enorme varietà d’invertebrati, uccelli, rettili, chirotteri, fiori e piante.
Oltre all’adesione del Presidente della Repubblica, il diploma Panda d’Oro 2010 ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero delle Politiche agricole e forestali del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome.
Con l’attivazione delle votazioni per il Panda d’oro il WWF inaugura il MESE DELLA BIODIVERSITA’ che verrà scandito da un countdown verso il vertice di Nagoya e durante il quale sono previsti eventi e iniziative tutte dedicate alla diffusione di un unico messaggio: la biodiversità è alla base della nostra sopravvivenza e nessuna economia può non tenerne conto.
18-29 OTTOBRE: IL VERTICE DI NAGOYA
Ci stiamo infatti avvicinando al 18 ottobre, data di inizio della decima Conferenza delle Parti sulla Diversità Biologica.
“Questa conferenza rappresenta il momento clou dell’Anno internazionale che le Nazioni Unite hanno dedicato alla biodiversità. Nel 2002 i rappresentanti dei governi di tutto il mondo si erano impegnati a ottenere la significativa riduzione del tasso di perdita della biodiversità entro il 2010. Questo impegno è stato preso e ribadito in diverse sedi internazionali ufficiali ma non è stato raggiunto. Per tutto il mese di ottobre il WWF, attraverso le sue iniziative al livello mondiale e nazionale, continuerà a fare pressione sui governi affinchè assicurino azioni concrete e risorse adeguate per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020 – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia”.
La biodiversità continua a registrare tassi significativi di declino e di estinzione di numerose specie, di pressioni insostenibili sugli ecosistemi terrestri e marini, di prelievi eccessivi di risorse, di trasformazioni profonde degli habitat planetari e di livelli elevati di inquinamento. Esiste un legame straordinario tra lo stato di salute della biodiversità e quello delle società umane. Il futuro politico sociale ed economico dei nostri sistemi non può prescindere da questa base fondamentale per la nostra sopravvivenza. E’ importante che a Nagoya si delinei un piano strategico operativo che preveda entro il 2020 il blocco della perdita della biodiversità, nonché il restauro e l’utilizzo dei benefici della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi pienamente integrati nelle politiche economiche. Un ruolo fondamentale lo avrà il rapporto conclusivo che verrà reso noto a Nagoya, definito TEEB (The economics of ecosistem and biodiversity – www.teebweb.org), un lavoro coordinato dall’economista indiano Pavan Sukhdev e patrocinato dalle Nazioni Unite, che farà comprendere alla politica economica tradizionale l’impatto che produce sulla salute degli ecosistemi e della biodiversità, suggerendo i modi più avanzati di cui disponiamo per valutare i servizi offerti dagli ecosistemi al nostro benessere e alle nostre economie,integrandoli nelle politiche e nella pianificazione.
SCHEDA: PANDA D’ORO – IL PROGETTO FINALISTA IN PUGLIA
I giganti del Mediterraneo
Tutela e valorizzazione del paesaggio agrario degli oliveti secolari di Puglia
Dopo 2500 anni i giganti del Mediterraneo vivono ancora nel nostro paese, ma nessuno può dire per quanto tempo ancora. Sono gli olivi secolari della Puglia minacciati dalla globalizzazione dell’economia che aggredisce i paesaggi della nostra agricoltura tradizionale. Una comunità di agricoltori biologici si è mobilitata per difenderli con le sole armi della biodiversità e della legalità
Categoria:
Habitat (Aree agricole di elevato valore naturalistico)
Ente responsabile:
Comunità degli oliveti monumentali di Puglia.
Partner:
L’azienda Agricola dell’Istituto Tecnico Agrario “E. Pantanelli” di Ostuni, la Coop. Libera Terra Puglia.
Breve descrizione:
Il sistema degli oliveti tradizionali con 40-50 piante per ettaro, alcune delle quali risultano avere 2500 anni, rappresenta le aree agricole più antiche del Mediterraneo ancora “viventi” e produttive. Le numerose cavità naturali nei tronchi, la macchia mediterranea lungo i muri a secco e il sistema di coltivazione estensivo e biologico fanno si che tali oliveti svolgano una funzione di rifugio per un enorme varietà d’invertebrati, uccelli, rettili, chirotteri, fiori e piante.
Gli olivi secolari sono in pericolo a causa di alcune pratiche agricole sconsiderate. Poiché pochi ne riconoscono l’elevato valore culturale ed ambientale, essi vengono espiantati e commercializzati per scopi ornamentali. Il progetto della Comunità di agricoltori biologici dell’Alto Salento intende tutelare il paesaggio agrario degli olivi secolari presente in Puglia attraverso la piena valorizzazione dell’olio extravergine di oliva ottenuto dalle piante monumentali che compongono questo paesaggio.
La Comunità di olivicoltori che operano nella piana degli ulivi secolari si sono impegnati a condividere e rispettare alcuni principi fondamentali come il principio della sostenibilità nel rispetto delle sue tre accezioni ambientale, economica e sociale; il rispetto della legalità nella gestione della propria attività imprenditoriale; l’adozione di metodi di agricoltura biologica per la gestione degli oliveti; il mantenimento dell’oliveto tradizionale, senza rinfittimenti che ne snaturino il suo aspetto originale (secondo la legge regionale n.14 del 2007 il carattere di monumentalità può attribuirsi agli uliveti che presentano una percentuale minima del 60% di piante monumentali all’interno dell’unità colturale, individuata nella relativa particella catastale, mentre per carattere di monumentalità viene attribuito quando la pianta di ulivo possiede età plurisecolare deducibile da dimensioni del tronco, con diametro uguale o superiore a 100 cm, misurato all’altezza di 130 cm dal suolo) e la gestione sostenibile del suolo attraverso il ricorso a interventi conservativi dello stesso (inerbimento controllato, sfaciatrinciatura, ecc.) al fine di evitare l’innescarsi di fenomeni erosivi, di riduzione della sostanza organica, di erosione della biodiversità vegetale, e vietando forme di distruzione del profilo del suolo e del rapporto con i banchi calcarei sottostanti attraverso forme di spietramento e macinazione dei banchi calcarei; la corretta gestione delle piante secolari attraverso le corrette potature ed evitando troncatura drastica della chioma e potature energiche sulle branche di primo e secondo ordine.
Il territorio di Ostuni risulta fortemente interessato dalla presenza di ampie porzioni del proprio territorio agricolo occupate da oliveti monumentali, ed è stato uno dei primi Comuni a vietare l’espianto e il commercio fuori dal proprio territorio di alberi di olivo monumentali. In quest’area si sono consumate varie iniziative virtuose sia da parte di imprenditori che di organizzazioni collettive per la promozione sia degli oliveti secolari che dell’olio che ne deriva, dalla nascita della prima DOP sull’olio extravergine di oliva in Europa, alla realizzazione della Strada dell’olio DOP “Collina di Brindisi” che mette insieme aziende olivicole, agrituristiche, frantoi oleari, centri storici in un primo tentativo di promuovere in maniera univoca prodotto e territorio attraverso la sua esplorazione con itinerari opportunamente segnalati; alla ipotesi di realizzazione di un Parco Agrario degli olivi secolari che comprenda una fascia di territorio omogenea posta in corrispondenza della piana olivetta prospiciente il mare dei territori di Monopoli, Fasano, Ostuni e Carovigno che ha visto coinvolti in attività di programmazione partecipata imprenditori, associazioni, enti locali, istituti di ricerca organizzata dal Dipartimento di Urbanistica del Politecnico di Bari; alla realizzazione di un’altra strada tematica sul territorio dell’Alto Salento che è quella del Parco Agrario degli Ulivi secolari.
Tale percorso è stato realizzato nell’ambito di un progetto di cooperazione trasnazionale con la regione dell’Ibled in Siria dove si è realizzato un altro itinerario simile che mette insieme frantoi storici, piantate secolari, zone archeologiche, antichi tratti stradali. Elemento caratterizzante di questi due itinerari è la cultura dell’olivo e dell’olio che si perde nella notte dei tempi. Il nucleo fondatore della Comunità degli oliveti monumentali di Puglia risultano essere l’azienda Agricola dell’Istituto Tecnico Agrario “E. Pantanelli” di Ostuni, la cooperativa “Libera Terra Puglia”, che fa capo all’associazione Libera e che gestisce i terreni confiscati alla criminalità organizzata, ed un paio di aziende che all’atto della sua costituzione rispettano i criteri sopra descritti. Alla Comunità possono accedere imprenditori agricoli le cui aziende olivicole tradizionali ricadono nel comprensorio dei Comuni di Ostuni, Carovigno, Fasano e Monopoli e che intendono promuovere un modello di agricoltura sostenibile e rispettoso dell’ambiente e del paesaggio agrario che da secoli caratterizza questa parte del territorio pugliese.
Azioni e materiali prodotti con il progetto: rinaturazione e miglioramento degli habitat, depliant, pubblicazione divulgativa. Il progetto è stato realizzato con risorse proprie della Comunità degli oliveti monumentali di Puglia ed il contributo delle aziende associate.
Sito WEB:
http://paesaggio.regione.puglia.it/osservatorio/scheda_2_segnalazione.php?id_prt=169&KT_back=1