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Eventi e speciali

"L'alba ci colse come un tradimento"

lalbacicolse

Mese della Memoria

Informazioni utili

  • Categoria: Incontri e Dibattiti
  • Data: 10/02/2011
  • Dove: Lecce
  • Indirizzo: Teatrino della Biblioteca Provinciale N. Bernardini (ex Convitto Palmieri)
  • Costo: Accesso libero
  • Orario: 17:30
  • Organizzatori: Emergenze Sud, Liberrima
  • Telefono: 340 3180471
Regione Puglia e Presìdi del libro

Emergenze Sud, Liberrima
in collaborazione
con il
Fondo Verri

con il Patrocinio della Provincia di Lecce

Mese della memoria

giorni terribili ::::: incontri sulla Shoah

L'ALBA CI COLSE COME UN TRADIMENTO

Incontro
con
Liliana Picciotto

Liliana Picciotto: storica italiana, specializzata nello studio della storia degli Ebrei in Italia nel periodo fascista e della repubblica di Salò, direttrice dell'Archivio Storico del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano; autrice del romanzo “L'alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943 – 1944” (Mondadori, Le scie. 2010)

Interverranno:

Vito Antonio Leuzzi, storico, direttore dell'Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea;

Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo, Turismo e Cultura della Regione Puglia.

Introduce, Sonia Cataldo Associazione Presìdi del libro (www. presidi.org)

Con “L’alba ci colse come un tradimento”, oltre a rendere un omaggio ai deportati di Fossoli, di cui si ricordano tutti i nomi e la sorte, Liliana Picciotto mette in risalto una tragica verità: nella persecuzione degli ebrei italiani le autorità della Repubblica di Salò non ebbero il ruolo di riluttanti comprimari, ma quello di consapevoli e zelanti protagonisti. Fossoli, frazione di Carpi in provincia di Modena, fu scenario di una delle pagine più cupe della nostra storia : fu insediato tra il 42 e il 47 un campo di concentramento e di transito in cui vennero reclusi 2844 ebrei arrestati in tutta l’Italia centro-settentrionale sotto l’occupazione nazista. In quel periodo nel nostro Paese giunse al culmine l’offensiva fascista contro gli ebrei che, iniziata con le leggi razziali del 1938, conobbe una brutale accelerazione con la Repubblica sociale di Mussolini. I governati italiani scelsero infatti di adeguare la propria politica antiebraica a quella dell’alleato-occupante, che aveva già messo in atto autonomamente una serie di retate in diverse città nell’autunno del 1943. Il 30 novembre emanarono dunque un provvedimento che prescriveva l’arresto degli ebrei, cui sarebbe stato confiscato ogni bene, e il loro trasferimento in un unico luogo, individuato nel complesso di Fossoli, in precedenza utilizzato come campo per prigionieri di guerra e destinato anche ad altri internati, come detenuti politici. Le autorità di Salò e quelle del Terzo Reich definirono una sorta di divisione dei compiti; gli italiani si occuparono dell’arresto e dell’internamento degli ebrei; i tedeschi, che dal marzo 1944 assunsero anche formalmente il comando del campo di concentramento, ne organizzarono la progressiva deportazione verso i lager in Germania e Polonia, attuata con modalità disumane.

Liliana Picciotto, studiosa della persecuzione antiebraica, avvalendosi di un ricco apparato di documenti, in parte inediti, fa rivivere questa terribile vicenda attraverso le voci delle vittime, dei carnefici e degli “spettatori”. Alle testimonianza angosciate dei prigionieri fanno da contrappunto l’impassibilità burocratica dei funzionari italiani e l’indifferenza interessata dei fornitori di autobus e vettovagliamento, che non si fanno scrupoli nel concludere affari persino in occasione di quello che per la maggior parte dei deportati sarà il viaggio senza ritorno verso le camere a gas.



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