Piccoli Profughi.
Narrazioni di esclusioni e accoglienze
a Koreja
storie di sbarchi, teatro e cultura sulle note di
Francesco Libetta
gli autori
Alessandro Santoro ed Edison Duraj
ne discutono col
Rettore Laforgia, Sergio Spina e Roberto Guido
presentazione/narrazioni/improvvisazioni intorno al libro di
Alessandro Santoro ed Edison Duraj, Piccoli Profughi. Narrazioni di esclusioni e accoglienze, (Oistros Edizioni 2011).
Ne discutono insieme agli autori il Rettore dell’Università del Salento
Domenico Laforgia, il regista decano della Rai
Sergio Spina, il direttore di quiSalento
Roberto Guido.
Francesco Libetta, pianista e compositore eseguirà le musiche originali (scritte insieme con
Franco Battiato) del film
“Sognavo le nuvole colorate”, per la regia di Mario Balsamo (presentato al Festival di Locarno 2009), costruito su alcuni momenti dell’esperienza straordinaria di Edison e Alessandro.
Il volume
Piccoli Profughi. Narrazioni di esclusioni e accoglienze è firmato da Alessandro Santoro, insegnante precario e regista votato al teatro sociale e da
Edison Duraj, piccolo profugo albanese, sbarcato da un gommone sulle coste del Salento a 9 anni. Due voci che dialogano per dodici capitoli i cui titoli sembrano ispirati a quelli del Don Chisciotte di Cervantes. Come nel testo cervantiano, anche in Piccoli Profughi le storie dei protagonisti si aprono per far entrare narrazioni di altri autori; persone coinvolte nelle vicende di Edison e Alessandro, ma anche protagonisti d’interventi culturali o sociali che hanno inciso profondamente sul destino del Salento. Durante l’incontro saranno anche illustrati i nuovi progetti editoriali di
Oistros Edizioni.
Oistros Edizioni è il frutto della collaborazione tra
Antonio Rollo, artista del computer,
Alessandro Santoro e
Martin Petric, disegnatore e tipografo sloveno. Insieme lavorano sulla responsabilità sociale della comunicazione attraverso la diffusione di storie e ricerche in forma di libro stampato e libro digitale.
Questa casa editrice è nata prima di tutto per rendere leggibili le tracce del lavoro dell’Oistros nel teatro, nel processo d’integrazione dei diversi, nella riscoperta delle culture del territorio. Il gruppo Oistros fondato da Gino Santoro, su sollecitazione di Sandro D’Amico e con la guida di Giorgio Pressburger, oltre quaranta anni fa, ha svolto in questi anni un prezioso lavoro di raccordo tra la ricerca accademica e il lavoro sul campo. Basti pensare al progetto Teatro in un territorio senza teatro realizzato insieme all’Odin Teatret a Carpignano Salentino da giugno a ottobre del 1974 o a “Il ragno del dio che danza” da aprile a ottobre del 1981..