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Eventi e speciali

I teatri della cupa - 1a giornata

Il programma

Appartiene a...

Informazioni utili

  • Categoria: Festival
  • Data: 02/09/2016
  • Indirizzo: Campi Salentina - Novoli

I teatri della cupa

- Campi Salentina - 17.30 - Casa Prato - Ingresso libero: Inaugurazione della mostra “CB, variazioni su un ritratto” a cura di Mauro Marino e Santa Scioscio. Le immagini scelte sono degli scatti realizzati da Sandro Becchetti, fotoreporter romano che negli Anni Sessanta, con la sua piccola Leica ha fermato sguardi, movimenti, ambientazioni, tracce della vita complessa e unica di testimoni speciali diventati protagonisti della nostra epoca.

- Novoli - 20.00 - Piazza Regina Margherita - Ingresso libero: in anteprima regionale, il primo studio di Heroes di Ippolito Chiarello con testi di Francesco Niccolini.
Alle 21.15, nel Palazzo Baronale in scena lo spettacolo Capatosta della compagnia Crest di Taranto scritto da Gaetano Colella per la regia Enrico Messina con Gaetano Colella e Andrea Simonetti, vincitore del bando Storie di Lavoro 2015 (ingresso 5 euro).
A seguire (ore 22.30 – ingresso libero), in Piazza Regina Margherita appuntamento con Resistenza GastroFonica viaggiante, una performance sentimentale, uno spettacolo muto con due attori e un dj in carne ed ossa.

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CB, Variazioni su un ritratto
Una mostra di Mauro Marino e Santa Scioscio, realizzata con i contributi di Maurizio Nocera, Simone Giorgino, Tonio De Nitto Antonio Massari, Antonio Chiarello, Claudio Longo, Intervengono Luigi De Luca, Maurizio Nocera, Egidio Zacheo.
“CB, variazioni su un ritratto” è un pretesto, l’occasione per rendere omaggio all’opera di Carmelo Bene e per continuare a pensare alla sua vita, al suo teatro, alla sua voce, alla sua scrittura, al suo essere promotore di conoscenza. Due fotografie danno corpo alla mostra-allestimento; sono due scatti di una stessa posa realizzati dal fotoreporter Sandro Becchetti, testimone, negli anni Sessanta, della vita culturale romana. Nella costruzione di “CB - Variazioni su un ritratto” si confondono due diverse esperienze legate alla ricerca sull’immagine: quella da me maturata con Motus, dagli anni Ottanta in poi, sulla copy art per promuovere l’idea della comunicazione grafica come atto poetico e quella di Santa Scioscio formatasi intorno al figurino di moda e al fashion design ambito in cui – come nella copy art - il “segno” muove una complessità che va oltre il rappresentato sollecitando, in chi guarda, una partecipazione interpretativa e uno scambio comunicativo con l’autore. Un segno essenziale, sostanzia le tavole della mostra-allestimento. Un segno strettamente legato all’agire e all’uso di materiali poveri. Con le forbici, la carta, il cartoncino, la colla, il filo da sarto, le matite, i pastelli la manualità muove un comporre contemplativo sospeso nell’attesa del suo definitivo apparire. Sandro Becchetti definisce la foto una menzogna: “l'immagine immortalata non potrà mai racchiudere l'intensità di una vita, i segni del volto dissimulano più che rivelare”. Nei due scatti proposti, Carmelo Bene è probabilmente alla “ricerca, di un’intenzione da imprimere a personaggi shakespeariani” racconta Becchetti. Per noi sono l’immagine emblematica della personalità di CB. Mostrano un Carmelo Bene coatto, malandrino, armato di crocifisso e di coltello. Un palese atteggiamento di sfida che contrasta però con la luce degli occhi, con la piega della bocca. L’attore e il suo doppio - è il caso di dire citando Antonin Artaud - convinti della necessità di indagare e di testimoniare la straordinarietà del personalità beniana. La sua genialità e il suo istrionismo sempre puro, lontano dalla retorica, profondo, umanamente popolare nel suo inseguire il volo dei santi, la materia liquida dell’esserci, il potere della voce (Mauro Marino). La mostra proseguirà sino a domenica 4 settembre (dalle 17.30 alle 23.30)

Heroes
Primo studio con Ippolito Chiarello. Testi di Francesco Niccolini. Anteprima regionale.
Clark Kent è il DJ dell’unica Radio senza frequenze che si può ascoltare su tutto il pianeta: Wolf Radio e conduce per strada la trasmissione Appuntamento con il destino, una specie di Uomo Radio itinerante, in onda tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Racconta destini sorprendenti, inattesi, da farsi venire i brividi. Racconta i miti della musica e il Club 27 in particolare. Il DJ dà la possibilità al pubblico della strada di comprare l’incontro con il proprio mito.

Capatosta
Scritto da Gaetano Colella. Regia Enrico Messina, con Gaetano Colella e Andrea Simonetti. Composizione sonora Mirko Lodedo. Scene Massimo Staich. Disegno luci Fausto Bonvini. Datore luci Vito Marra. Foto di scena Marco Caselli Nirmal in collaborazione con Armamaxa teatro. Vincitore bando Storie di Lavoro 2015.
Siamo nello stabilimento più grande d’Europa, l’Ilva. Due operai sul posto di lavoro. Il primo è un veterano, il secondo è una matricola. In questo stabilimento dal 1962 ci sono generazioni di operai che si avvicendano, si confrontano, si scontrano e si uniscono. Si sono tramandati saperi ed esperienze così come usi e abusi, leggi tacite e modi di fare. Sembra che in questo scenario nulla sia destinato a mutare, che i figli erediteranno fatica e privilegi dei padri. Ma è davvero così? Nuova drammaturgia, teatro civile… etichette possibili per una urgenza che non vuole essere chiusa o bollata, ma vuole essere un prendere parola, restituire un sentimento di dolore e di impotenza insieme, condividendolo con una città e non solo, come solo il teatro può fare. Solo i gesti, i volti, le voci di attori possono riuscire a raccontare il sangue di una città ferita e divisa. Oltre l’informazione.

Resistenza Gasstrofonica Viaggiante 
Ideazione, drammaturgia, progettazione carrelli, costumi: Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea con Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, dj donna Camilla. Produzione: Ex Convento.
Resistenza GastroFonica viaggiante è una performance sentimentale, uno spettacolo muto con due attori ed un dj in carne ed ossa. Rifiutando l'idea del "bello é/e difficile" scendiamo sulla strada al grido di "non fate la guerra ma gnocchi e pomodoro”. Il linguaggio usato è quello del sorriso, dell'ammiccamento, di vecchie e polverose canzoni italiane La bellezza è fatta di sorrisi, pomodoro locale, strade e musica giusta. Gnocchi, amore e fantasia. I nostri ingredienti migliori.


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