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Scultore Gaetano Martinez

Gaetano Martinez
Categoria: Personaggi illustri
Periodo: (Galatina 1892 Roma 1951
Galatina (LE)

La vita

Gaetano Martinez nato a Galatina, il 14 novembre del 1892 è stato uno scultore italiano. 
Frequenta solo per pochi anni la Scuola di Arti e Mestieri, perché poco interessato alle lezioni tecniche. Ben presto cominciò a lavorare con il padre che gestiva una piccola impresa edile, cominciò a scolpire la pietra leccese realizzando fregi, capitelli, stemmi e mensole per ville e palazzi galatinesi. A causa della mancanza di stimoli nella sua città, e spinto dall'ansia di apprendere, a soli 19 anni (1911) si reca a Roma in occasione dell'Esposizione Internazionale col proposito di farsi strada. Il sogno, però, di poter lavorare a Roma, all'inizio svanisce di colpo.
Respinto dalle Scuole d'Arte e dalle botteghe romane perché non aveva conseguito la licenza elementare, dopo appena due anni, è costretto a tornare a Galatina. Nella sua città questo è il periodo più proficuo di sperimentazioni e ricerche forzatamente interrotte dalla chiamata alle armi nel 1916.
Di tale periodo si ricordano: "Il dolore umano" (1915), "Il bambino che dorme o nudo disteso" (1915), "Il ritratto di vecchio" (1915), il "Signor Tondi" (1915), "Il filosofo" (1917), il "Wagner" (1918), "Lo studio composizione allegorica sacrificale, o allegoria di sacrificio" (1918-19), in un bassorilievo in terracotta patinata.
Le opere di questi anni sono caratterizzate dalla realtà che lo circonda: ragazzi di strada, compaesane, ecc.
Nel 1917 partecipa alla Mostra degli Artisti Pugliesi con una statuetta in terracotta "Il sogno del piccolo giocatore" ed alcuni disegni.
Nel 1922, a causa dell'incomprensione dei galatinesi, si trasferisce a Roma, e questa volta il suo trasferimento è definitivo. Il periodo degli anni venti insieme a quello della svolta artistica successiva degli anni trenta costituisce il momento più ricco dello sviluppo delle sue tendenze artistiche e quello più pieno dell'affermazione della sua raggiunta maturità.
Nel 1922 partecipa alla Mostra del Ritratto e nel 1924 alla Prima Mostra dell'Arte Pugliese esponendo il "Caino" (1922) e nel 1925 alla III Biennale di Roma con il "Vinto" (1925): la prima opera sottoposta al giudizio di un pubblico di livello nazionale che gli fa ottenere l'elogio della commissione esaminatrice.
In questi anni Martinez ottiene vari riconoscimenti e gli viene affidato il primo lavoro di committenza pubblica: quattro statue in travertino simboleggianti le "Virtù Cardinali": Temperanza, Fortezza, Prudenza collocate sull'attico del palazzo delle Assicurazioni di Roma (I.N.A.) e Giustizia collocata sul palazzo delle Poste a Taranto.
Queste opere insieme al "Pilota" e al "Maestro d'Ascia", realizzate intorno al 1934, (collocate sul prospetto del palazzo delle Finanze di Bari) e l'"Allegoria della fertilità" realizzata nel 1938 in travertino, (collocata sul palazzo I.N.A. di Lecce), testimoniano una breve tendenza dello scultore alla monumentalità, abbandonata dopo breve tempo, per tornare a busti e ritratti.
Nel 1928 partecipò alla Biennale di Venezia con la statua in gesso "Lampada senza luce" che fu premiata. Successivamente la stessa venne fusa in bronzo e collocata in Piazza Alighieri come fontana monumentale.
Negli anni successivi alla caduta del fascismo, la sua produzione sarà dominata dagli altorilievi, scene di vita popolate da pagliacci, ballerine, bambini.
Il 1 ottobre del 1951, Gaetano Martinez muore a Roma interrompendo bruscamente il suo impegno nel preparare le opere da esporre alla IV Quadriennale e lasciando incompleta la sua ultima fatica "L'offerta ad Esculapio".
L'arte e la personalità di Gaetano Martinez sono state di recente rivalutate, con una serie di iniziative, tra cui l'importante mostra tenutasi a Palazzo Adorno a Lecce nel 1999, l'esposizione nel Palazzo Lanfranchi di Matera, sempre nel 1999 e la mostra antologica organizzata presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli in Roma nel 2000-2001. L'artista non ha mai goduto di diffusa notorietà, pur essendo stato sempre apprezzato dalla critica.
La sua personalità, schiva ed estranea ai compromessi e alle frequentazioni di prestigio, probabilmente non gli ha portato la fortuna che avrebbe meritato, il suo percorso artistico in continua evoluzione, non gli ha consentito quella fama che a volte nel mondo artistico si concede anche per meriti inferiori.
La collezione delle opere raccolte nel Museo galatinese, dimostra appunto l'evoluzione di una personalità insoddisfatta dell'ambiente culturale delle sue origini e sempre attenta agli stimoli nazionali e gli apparenti cambiamenti di stile sono in realtà continue ricerche di nuove maniere espressive.
Gaetano Martinez ha esposto presso le più prestigiose ed innovative mostre d'arte dei suoi anni. Nel 1942 dopo aver ripetutamente esposto in collettive, ha ottenuto presso la Biennale di Venezia, una sala d'esposizione esclusiva.
Ha vinto numerosi premi e onorificenze tra i quali il premio alla III Biennale di Venezia con l'opera "Lampada senza luce" nel 1928; il Diploma di Medaglia d'oro per i lavori esposti alla Mostra Nazionale "Il Bambino nell'Arte", promossa in Roma dal Sindacato Giornalisti nel giugno del 1932 ed ancora il premio per la scultura ex equo con Emilio Greco alla mostra promossa dall'Amministrazione Provinciale di Frosinone nel 1951.
Attualmente il nucleo più consistente della produzione del Martinez è di proprietà privata; altre sculture sono conservate presso il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, la Banca Popolare Pugliese di Matino, la Galleria di Arte Moderna di Roma, la Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, vari enti pubblici e collezioni private in tutta Italia.
Le opere presenti nel Museo P. Cavoti sono 34 e furono donate direttamente dallo scultore tra il 1930 e il 1937. Le uniche eccezioni sono rappresentate dall'"Italia davanti alla guerra", un'opera grafica realizzata in grafite e carboncino nel 1913, donata da una delle eredi dello scultore nel 1980, ed ancora il "Nudo femminile" (1947) donata al Museo dalla famiglia Giunti di Roma nel 1988.
Morì a Roma, il 2 ottobre del 1951. (fonte 1)


Le opere
- Disegno satirico: In quest'opera l'autore esprime con ironia tutta la sua amarezza nei confronti dell'ambiente locale che non lo capiva.
- il Filosofo: Ispirato probabilmente dal Mosè di Michelangelo. L'opera ha un fare naturalistico accentuato nelle rughe che solcano il volto ma soprattutto nei volumi esuberanti della barba, che "danno vita ad un'ideale cascata materica che dal volto si getta freneticamente verso il basso" (Coi
.- il caino: Fu la prima opera eseguita a Roma. Nel '31 lo stesso Martinez scrisse che "assillato da un mondo di forme e di drammatici fantasmi umani" lo aveva realizzato "di getto e direi quasi con foga" in venti giorni.Il realismo dell'opera è sottolineato dallo stesso Martinez che la definisce "troppo realistica e poco elaborata, un po' rodiniana, ma nuova nel concetto e di grande efficacia". Un'efficacia dovuta soprattutto alle caratteristiche fisiche ingigantite e quasi deformate, ad una crudezza del particolare che non ravviseremo in nessun'altra opera dell'artista.Drammatica l'espressione del volto, che sembra fermare il momento stesso in cui alla mente dell'omicida balza, quasi confusamente, il rimorso per la propria colpa; una colpa ricordata dal volto del fratello che affiora dalla base come se emergesse dalla sua ottenebrata coscienza.

Scrisse Garatti: "Statua completa nell'analisi anatomica, dinamica nello sforzo, umana nella contrazione, spasmodica nell'orrore, Caino non grida soltanto il proprio rimorso al fantasma fraterno che affiora. Grida la personalità dell'artista". L'opera è legata alle problematiche decadenti di primo '900 caratterizzate dal conflitto tra bene e male, angelico e demoniaco, e dalla ricorrente tematica del "rimorso" già affrontata dal Martinez nei "nudi" del 1914-15.Il "Caino" esposto nel 1924 alla Prima Mostra di Artisti Pugliesi organizzata a Roma da Alfredo Petrucci, catalizzerà, per l'inusitata forza espressiva, "rude" e quasi "primordiale", l'attenzione della critica, procurando al nostro scultore le prime lusinghiere menzioni (Marti, 1924).L'opera, infine, per la forte espressività gli portò i primi riconoscimenti da parte della critica.
- l’ adolescente: Con quest'opera Martinez partecipò nel 1935 alla Mostra degli Artisti italiani a Budapest. Del busto esistono due versioni, entrambe in gesso, che si distinguono per la diversa trattazione dei capelli: mentre quello di proprietà del Museo Provinciale di Lecce ha una capigliatura appena abbozzata, quello donato dal Martinez al Museo civico di Galatina, testimonia proprio nel modo di rendere i capelli l'aspirazione dell'artista a forme di classica purezza e ciò denota il definitivo superamento del naturalismo degli esordi.
- Giovane eroe morente: L'opera rappresenta il dettaglio di un monumento ai caduti, mai realizzato, che Martinez aveva progettato per la sua città natale, Galatina, in concorso con altri scultori.
- l’Italia davanti alla guerra: Opera grafica realizzata in grafite e carboncino su carta.
- Pilota: L'ideazione delle due statue monumentali è collocabile cronologicamente intorno al 1934 e non nel 1936, data quest'ultima apposta dall'artista sulla foto che lo ritrae con il bozzetto del "Pilota". Il 14 agosto del 1934, infatti, il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Bari scriveva all'artista per informarlo che era stata effettuata la fusione in bronzo delle opere da collocare sul prospetto del Palazzo delle Finanze. Le due statue dalle proporzioni monumentali rappresentano un'altra tappa della strada aperta con le "Virtù Cardinali" del 1926 e che si chiuderà definitivamente con l'"Allegoria della fertilità" del 1938.
- Maestro d’ascia: L'ideazione delle due statue monumentali è collocabile cronologicamente intorno al 1934 e non nel 1936, data quest'ultima apposta dall'artista sulla foto che lo ritrae con il bozzetto del "Pilota". Il 14 agosto del 1934, infatti, il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Bari scriveva all'artista per informarlo che era stata effettuata la fusione in bronzo delle opere da collocare sul prospetto del Palazzo delle Finanze. Le due statue dalle proporzioni monumentali rappresentano un'altra tappa della strada aperta con le "Virtù Cardinali" del 1926 e che si chiuderà definitivamente con l'"Allegoria della fertilità" del 1938.
- Fortunata Sabella
- Ritratto caricaturale: La singolarità di quest'opera rompe la compostezza classicheggiante della ritrattistica martineziana dei primi anni trenta, infondendovi una forza sovversiva e scompositiva di matrice neocubista. Questa testa ha una fissità inquietante che la rende unica nella produzione dello scultore.
- Lampada senza luce: L'opera esposta in gesso alla Biennale di Venezia del '28 e premiata fu successivamente fusa in bronzo e collocata a Galatina in Piazza Alighieri come fontana monumentale. La sua collocazione diede origine ad un contrasto tra il Prefetto di Lecce, che si opponeva all'installazione della scultura nella pubblica piazza reputandola offensiva alla pubblica morale, ed il Podestà che riteneva tali preclusioni totalmente infondate, poiché l'opera era stata ammessa all'esposizione Biennale di Venezia e premiata. Naturalmente anche il parroco della città si rifiutava di inaugurare l'opera ritenendola oscena ed offensiva del senso del pudore dei cittadini. Tuttavia ebbe la meglio la decisione del Podestà che fece ubicare l'opera come fontana monumentale della città e Galatina potè avere la sua "Pupa" come è chiamata dai cittadini. In questo nudo di dama Martinez, per quanto riguarda la tipologia trasse ispirazione dal Michelangelo dei sepolcri medicei. Fu lo stesso scultore ad asserire di essersi ispirato al Buonarroti in un suo scritto dove afferma di aver voluto qui creare "forme attuali attraverso le antiche forme". (fonte 1)

Nella Villa Comunale di Lecce viene eretto un monumento con un busto in bronzo di Martinez, opera dello scultore Emilio Greco.
Per iniziativa dell'amico di famiglia Prof. Aldo Vallone, una lapide commemorativa viene collocata sulla facciata della sua casa natale di Galatina, con epigrafe dello scrittore Antonio Baldini :

"SICUREZZA DI MESTIERE E SOAVITA' DI POESIA  ROBUSTEZZA DI CONCEZIONE E LEVITA' DI FORME  INFONDENDO NELL'ARTE SUA  GAETANO MARTINEZ  SCULTORE CREO', OPERA UMANISSIMA."

Martinez partecipò a Biennali, Triennali, Quadriennali, Mostre Nazionali, Intersindacali, Mostre d'Arte Marinara, d'Arte Sacra, d'Arte ispirata all'infanzia, Mostre d'Arte Italiana all'Estero, Mostre collettive, concorsi ed ha allestito 58 mostre personali.
Opere del Martinez sono esposte in Musei, Pinacoteche, Ministeri, Enti Pubblici.
Un cospicuo numero di opere sono raccolte presso diversi enti pubblici e varie collezioni private. (fonte 2)




Fonte: (fonte 1) museocavoti.it (fonte 2) www.gaetanomartinez.it

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