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Eventi e speciali

Caligola

scena

Teatro "Il Ducale" Stagione Teatrale 2015-2016

Appartiene a...

Informazioni utili

  • Categoria: Teatro / Spettacoli
  • Data: 29/01/2016
  • Dove: Cavallino
  • Indirizzo: Teatro Il Ducale - Via P. Gino De Giorgi (Casina Vernazza)
  • Orario: 20.30
  • Organizzatori: Città di Cavallino
  • Telefono: 331.63.93.549; 0.832.61.12.08
  • Sito web: http://www.teatroilducale.it
Caligola
di
Albert Camus

con
Salvatore Della Villa, Carla de Girolamo, Alessio Caruso, Maria Margherita Manco, Lele D.Stifler, Andrea Simonetti, Piergiorgio Martena, Angelo Longo, Domenico Carusi, Dante Lombardo, Alessandro Zezza, e con Deborah Celentano, Emanuela Orru, Laura Joana Mihai

Musiche originali e sonorizzazione Gianluigi Antonaci
Movimenti coreografici Enza Curto
Visual Designer Hermes Mangialardo
Video di scena David Melani e Giuseppe Pezzulla
Organizzazione Sara Perrone
Adattamento e Regia Salvatore Della Villa


Caligola è la tragedia dell'uomo che si ripete nel tempo. L'imperatore della dinastia Giulio - Claudia che, dopo la morte di Drusilla, sorella e amante allo stesso tempo, ritorna ai suoi doveri di principe, favorendo e gestendo un governo, non equilibrato e fondato sul consenso del senato e dell'opinione pubblica ma, caratterizzato da un'esasperata autocrazia. Nulla poteva avere più senso dopo quella morte, dopo l'abbandono prematuro della sua amata, grazie alla quale poteva sottrarsi 'ai clamori del mondo e all'infernale tormento dell'odio'.
Tutto ciò che gli resta adesso è il futile potere che segnerà il suo destino. Conosce così il sentimento dell'orrore e dell'inerzia di vivere. E della spietatezza. Coltiva il culto imperiale in maniera maniacale, inasprendo i rapporti con le altre classi aristocratiche da lui stesso disprezzate, le quali però saranno le artefici della sua morte.
Caligola è l'uomo allo specchio, spogliato di tutti i valori, in contrasto con la sua stessa vita. Supera i limiti di se stesso per ricercare il senso della sua esistenza. Consapevole d'esser colpevole, consapevole di quel disprezzo con cui ha alimentato il suo governo, organizza e attua lo spettacolo vivente delle sue pene amare.

Mostro, Caligola. Mostro per aver troppo amato. È colpa mia.
È ridicolo pensare che l'amore possa rispondere all'amore.
La gente ci muore intorno, tutto qui.
Questo mondo così com'è non è sopportabile.
Gli uomini muoiono e non sono felici.

Caligola di Albert Camus presenta sulla scena l'imperatore al culmine di un dolore straziante. Caligola è disperato per la morte della sua amata Drusilla, non può più vivere così «a mani vuote, mentre prima stringeva l'intera speranza del mondo».
È fuggito via nella tempesta, come una bestia ferita. Un'assenza di tre giorni.
Il ritorno a corte non è un ritorno al comando, ma il rinvenimento di una coscienza. Nel palazzo è tutto eccessivamente determinante: il Tesoro, le finanze, le spese militari, le leggi agrarie... I senatori lo attendono per questo.
E il suo dolore? E l'armonia del mondo? E l'arte della vita? E la ricerca di una 'nobile' felicità? Caligola si rende conto che sulla Terra l'amore non risponde all'amore e gli uomini non sono felici. La sua prospettiva di un universo giusto per tutti era soltanto una ridicola illusione, e gli è stata strappata via insieme a Drusilla.
Sconvolto ma lucido, l'imperatore riprende in mano il governo. Unica intenzione è agire secondo le reali leggi del mondo: la nuda verità della storia, la nuda necessità della politica. Così coniuga l'inesorabile logica dell'universo con l'eccezionalità del proprio ruolo e la strategia si fa raffinatissima: «Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà questa logica. Eliminerò chi mi contraddice e anche le contraddizioni».
La perdita di Drusilla, sua lente d'amore sulla realtà, gli ha rivelato un'ulteriore perdita, la speranza nella vita, sicché l'imperatore diventa tanto più mostruoso quanto più pervicacemente riproduce i duri meccanismi dell'universo - l'incomprensibile sofferenza umana, il crollo delle illusioni, la brutalità della morte.
Spietati e indecifrabili gli dei, spietato e indecifrabile Caligola. È una sfida col divino il suo delirio di gesti insani e violenti. Una smania di libertà assoluta ogni sua forma di abuso. Ebbro di una libertà senza limiti, tende le mani all'impero dell'impossibile: «Quello che oggi desidero più di tutte le mie forze è più in alto degli dei. Io mi carico di un regno di cui l'impossibile è re». Pretendere l'assurdo diventa un'ossessione, fino a chiedere a Elicone di portargli la luna.
Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia,
la poesia provoca l'azione e il sogno la realizza.
Lui fa ciò che sogna di fare.


L'energia di Caligola è innanzitutto potenza immaginifica della mente. Il suo potere asseconda l'immaginazione e si esalta nell'eloquenza. Identica crudeltà nel vigore infiammato della sua parola: eadem factorum dictorumque saevitia, gli attribuiva Svetonio.
Stretto è il rapporto tra poesia e follia. Prima che sui crimini Caligola 'regna' sui suoi discorsi, vividi e assoluti. Flussi e riflussi in un moto perpetuo, creazioni sublimi davanti a uno specchio legittimante.
Nella rappresentazione di Salvatore Della Villa la follia di Caligola è austera, mai dissociata o isterica. In scena un delirio senza furia o esplosione di gesti, reso unicamente attraverso la grande forza espressiva del testo. L'interpretazione rigorosa e asciutta della scrittura teatrale di Camus è l'humus generativa delle fitte tonalità emotive del personaggio, instabile ed estremo eppure lucidamente connesso alla realtà. 
La vis poetica, teatralizzata ad arte, stempera la ferocia dei fatti, accordando una certa naturalezza all'artefice delle peggiori violenze. E l'azione prende corpo da un eloquio potente, fondamentalmente solipsistico anche quando l'imperatore dialoga con Cesonia o con i senatori. La più brutale delle macchinazioni ha sempre, infatti, una maggiore origine: un superiore archetipico piano di coerenza poetica pura. Ab origine, dunque, non c'è limite alla crudeltà. Ogni atto, ogni assurdo diventa possibile, che sia blandito o disonorato dalle parole.Caligola è la tragedia dell'uomo che si ripete nel tempo. L'imperatore della dinastia Giulio - Claudia che, dopo la morte di Drusilla, sorella e amante allo stesso tempo, ritorna ai suoi doveri di principe, favorendo e gestendo un governo, non equilibrato e fondato sul consenso del senato e dell'opinione pubblica ma, caratterizzato da un'esasperata autocrazia. Nulla poteva avere più senso dopo quella morte, dopo l'abbandono prematuro della sua amata, grazie alla quale poteva sottrarsi 'ai clamori del mondo e all'infernale tormento dell'odio'.
Tutto ciò che gli resta adesso è il futile potere che segnerà il suo destino. Conosce così il sentimento dell'orrore e dell'inerzia di vivere. E della spietatezza. Coltiva il culto imperiale in maniera maniacale, inasprendo i rapporti con le altre classi aristocratiche da lui stesso disprezzate, le quali però saranno le artefici della sua morte.
Caligola è l'uomo allo specchio, spogliato di tutti i valori, in contrasto con la sua stessa vita. Supera i limiti di se stesso per ricercare il senso della sua esistenza. Consapevole d'esser colpevole, consapevole di quel disprezzo con cui ha alimentato il suo governo, organizza e attua lo spettacolo vivente delle sue pene amare.

Info
0832 611208
durante gli orari di apertura del botteghino 17.00---20.00
331 6393549
teatroilducale@yahoo.it
Facebook: Teatro Il Ducale
Orario spettacoli 20.30
Orari biglietteria Lunedi, Mercoledi, Venerdì, Sabato, Domenica dalle 17,00 alle 20,00
La settimana dello spettacolo il botteghino è aperto tutti i giorni


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