Categoria: Itinerari Subacquei

Tutta la costa da Torre Lapillo a Torre Squillace (comprendente anche le torri Chianca e Cesarea) fa parte del comune di Porto Cesareo. I fondali di quest'area sono tra i piu' diversificati del Mediterraneo dal punto di vista ecologico, e vi sono state riconosciute almeno 12 diverse biocenosi, tra cui una, all'interno dell'insenatura della Strea, di tipo subtropicale.

Questa fortunata situazione, responsabile anche della grande varieta' di prodotto ittico sul mercato locale, ha fatto si' che l'area venisse proposta per l'istituzione di un parco marino nazionale (foto 1).

L'area e' ulteriormente impreziosita da resti archeologici. Da Torre Lapillo a Torre Squillace, poco al largo della linea di costa, un ripido gradino porta la profondita' da circa 10 a circa 15 m.
Questa parete sommersa e' poco frequentata dai sommozzatori dilettanti perche' difficilmente raggiungibile dalla costa, ma ben conosciuta da pochi appassionati e merita una attenta ispezione. Verso la costa, posidonieti, tavolati rocciosi e fondali sabbiosi si intrecciano svariate volte offrendo la possibilita' di una esplorazione abbastanza interessante dal punto di vista biologico. Nel mare di Torre Lapillo, a meno di 1 km dalla torre, in direzione SE, segnaliamo una secca interessante dal punto di vista subacqueo.

La sommita' della secca arriva a soli 3-4 m dalla superficie del mare, ed ha una base che raggiunge i -20 m. La secca e' facilmente rintracciabile, ma consigliamo ugualmente una guida locale per farsi indirizzare con precisione alle piccole grotte che vi sono presenti e sono l'ambiente ideale per la macrofotografia o il primo approccio alle singolari sensazioni che si provano durante una immersione in grotta. Gli anfratti numerosi e le vere e proprie grotte si aprono in banchi sterminati di Maasella edwardsi, un antozoo coloniale che abbonda solo nell'area di Porto Cesareo (foto 2).

Nell'insenatura della Strea, che presenta una profondità massima di 2,5 m, si puo' addirittura trascorrere oltre un'ora alla ricerca degli abitanti dei fondali sabbiosi, spesso trascurati, ma sicuramente non meno interessanti, dai praticanti di immersioni subacquee. In quest'area la spugna Geodia (dalla forma a "cervello") raggiunge dimensioni spettacolari (fino a 15 litri di volume) e sicuramente rappresenta un soggetto inconsueto per gli amanti dell'osservazione del mondo marino. Questo organismo rappresenta una delle emergenze naturalistiche di maggior pregio dell'area di Porto Cesareo; il suo grande volume e le numerose concamerazioni di cui e' formata (e' una spugna!) fanno in modo che ciascun esemplare possa essere considerato un vero e proprio "condominio" per altre specie (foto 3).

La protezione dell'area e il facile accesso da qualsiasi direzione rende proponibile anche una immersione notturna senza particolari problemi. All'altezza della Torre Chianca giacciono a soli 5-7 m di profondita' una serie di colonne di marmo cipollino che sono datate al II secolo a.C.(foto 4,5), e tutta l'area dell'insenatura della Strea, all'altezza dei posti denominati "li cuatieddi" accoglie cocci e frammenti di ogni tipo. Le pietre abbondanti sono da alcuni interpretate come i resti del vecchio abitato (oggi sotto il livello del mare), da altri come la zavorra delle imbarcazioni che facevano scalo a Porto Cesareo fin dall'epoca romana.

Da vedere: La cittadina ospita dal 1966 una Stazione di Biologia Marina con annesso museo (visitabile), attualmente gestiti da un consorzio tra Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Lecce, Provincia di Lecce e Comune di Porto Cesareo (foto 6). Un'intera strada del centro accoglie pittorescamente pescherie a destra e manca con grande varieta' di prodotti ittici.