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A Lecce una mostra dedicata a Edoardo De Candia

De Candia

"Il segno di un cavaliere senza terra" Mostra grafico/pittorica Dal 3 novembre al 30 novembre 2010 Cibus Mazzini, via Lamarmora 4 a Lecce

“Sono pochi, sono rari, i creativi. E lui, Edoardo De Candia, l’Anglo, Odoacre, il Vikingo, il Cavaliere della Notte, il Santo bevitore, il Matto di Lecce, lui lo era davvero. Una via di mezzo tra Ligabue, (lo scemo del villaggio, grezzo, istintivo, infantile) e Van Gogh, uno che intingeva i pennelli nel proprio sangue, pittore per disperazione, emblema del dramma dell’artista che si sente escluso dalla società. E De Candia, come Van Gogh, come Ligabue, fu escluso dalla società e, come loro, morì pazzo senza che la sua arte sia stata riconosciuta in vita”. Così scriveva Augusto Benemeglio ricordando Edoardo De Candia in un suo intervento dal titolo “Sembra Quasi che il sole tramonti”. Di Edoardo si sono occupati scrittori e critici, come Rossano Astremo, Maurizio Nocera, Antonio Massari, Paolo Vincenti, Mauro Marino, Elio Scarciglia (che realizza addirittura un docu/film), Mario Desiati, Francesco Saverio Dodaro solo per citarne alcuni. Di Edoardo se ne ha memoria non solo attraverso le foto di Fernando Bevilacqua, o l’affetto delle “piume” nelle opere di Rita Guido, ma anche attraverso recenti omaggi estetici come quelli presenti nelle opere di Rosanna Gesualdo che qualche anno fa sulla rivista underground “S/Pulp” voluta da Maurizio Nocera, cura una narrazione per immagini dedicata ad Edoardo. Edoardo De Candia, non è solo stato un pittore “decadente”, uno stravagante, non è stato solo “il vichingo di Via Sabotino” come lo definì il grande Antonio Verri, per via della sua stazza imponente e maestosa, dotato di biondo crine fluente. Edoardo è stato il volo di un gabbiano. In uno splendido intervento del 1988, “Edoardo un cavaliere senza terra”, apparso su Sud Puglia Antonio Verri, rievocando i tempi in cui tutto è cominciato, rimembra quella splendida stagione artistica e letteraria a Lecce tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Ricorda F.S.Dodaro e Franco Gelli ( “Movimento Genetico”), Vittorio Tapparini, Tonino Caputo, Antonio Massari, Annamaria Massari, sorella di Antonio e amore puro di De Candia, Rina Durante, Vittorio Pagano, grande ammiratore di De Candia. Edoardo morì nell’agosto del 1992 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Non tramontano invece il ricordo dei suoi amici e la stima di tutti coloro che seppero apprezzare la sua arte semplice e disarmante, istintiva eppure geniale. La sua arte è ancora, e sarà sempre, viva, per chi ha amato l’arte di Edoardo De Candia, pittore leccese. La sua arte ora rivive in questo piccolo omaggio che Cibus Mazzini ha voluto dedicare all’artista leccese.

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