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La vita
Oronzo Gabriele Costa nacque ad Alessano il 26 agosto 1789 da Domenico e Vita Manera. A quindici anni si trasferì a Napoli per completare gli studi letterari, filosofici e scientifici. Il Costa aveva un'inclinazione per le scienze esatte, ma il suo vero grande amore era l'astronomia, verso la quale era stato portato dal suo maestro privato, padre Giuseppe Pepe; fece ricerche faticosissime nella biblioteca borbonica di Napoli che era retta da padre Andrès, il quale presentò il giovane Costa al geografo padre Oriani, che gli insegnò la pratica dell\'astronomia, l'uso degli strumenti e quello del calcolo matematico. (fonte 1) Nel 1820, laureatosi in Medicina tornò a Lecce, dove si avviò alla pratica medica con Pasquale Manni, che lo introdusse allo studio della Botanica e della Storia Naturale, imparando, praticamente da autodidatta, anche la Zoologia e la Mineralogia.(fonte 2) Da questo momento iniziò la vera attività scientifio - accademica di Oronzo Costa, e il suo punto di riferimento fu l'incremento delle industrie e il benessere della società. Nel 1811 lavorò come redattore presso il burò di statistica del Ministero dell'Interno dove scrisse la "Statistica Murattiana", un'inchiesta sulle condizioni del Paese e dei suoi abitanti. Per questa sua attività nel 1813 gli venne affidato l’incarico di insegnare, senza compenso, la Fisica nel famoso Collegio Reale di Lecce. Nel 1816 gli fu finalmente assegnato uno stipendio ma nel 1820 fu rimosso dall’incarico per motivi politici. (fonte 2)
Egli fondò il "Giornale metereologico economico" che serviva ai proprietari terrieri e industriali, ai coloni e possessori di armenti, per portare razionali modifiche alle industrie. Le sue ricerche offrirono un contributo importante alla economia agraria della provincia di Lecce, che era basata sul vigneto, oliveto e la coltivazione del cotone. In questo periodo si trasferì a Napoli ei suoi studi passarono dal telescopio al microscopio. (fonte 1).
Nel 1824, non sentendosi più vincolato alla sua terra natale, si trasferì a Napoli, dove ottenne subito significativi riconoscimenti per la sua attività scientifica, divenendo membro dell’Accademia Reale delle Scienze e dell’Accademia Pontaniana.
Dal 1827 al 1839 viaggiò, su incarico dell’Accademia Reale, in varie parti del Regno riportandone numerosi risultati di notevole interesse scientifico. Apprezzato anche come medico, fece parte della delegazione governativa inviata a Vienna per studiare cause e cure del colera. Questi incarichi e le opere che andava pubblicando convinsero il Governo Napoletano a conferirgli la cattedra di Zoologia all’Università, giusto in tempo per evitare che accettasse l’invito del Governo Inglese a ricoprire un incarico all’Università di Corfù, (fonte 2) ma, mentre si accingeva a partire, gli venne offerto l'incarico di reggere la Cattedra e il laboratorio di zoologia presso l'Università di Napoli. L'opera più grande del Costa fu, nel 1841, la fondazione dell'Accademia Degli Aspiranti Naturalisti, questa accademia educò alla ricerca giovani volenterosi che furono poi gli uomini illustri. (fonte 1) Intraprese un lungo viaggio in Italia, Francia e Svizzera, in compagnia del figlio Achille anch’egli zoologo, raccogliendo tributi di stima e di apprezzamento da molti dei più famosi scienziati del momento. Ma al ritorno, per questioni politiche, iniziò per lui un triste periodo di contrarietà e privazioni. (fonte 2)
Nel settembre 1845 si tenne a Napoli il VII congresso degli scienziati italiani, e il Costa vi fece parte insieme con 2247 studiosi.
Fu ingiustamente accusato di aver preso parte alle rivoluzioni patriottiche del 1848 e il 6 novembre 1849 fu cacciato dalla cattedra universitaria e l'Accademia degli Aspiranti Naturalisti fu chiusa. (fonte 1).
Le gravi difficoltà non lo distolsero, però, dagli studi intrapresi che avevano per oggetto soprattutto la zoologia e la paleontologia delle varie regioni del Regno. In campo paleontologico una particolare cura e attenzione il Costa dedicò alla determinazione dell’età della pietra leccese, basandosi sui numerosi fossili inviatigli da Lecce da un suo grande amico, il Barone Francesco Casotti. I risultati di questi studi portarono alla pubblicazione di alcune decine di memorie in vari settori delle scienze naturali, dalla Fisica all’Agronomia, dalla Botanica alla Zoologia e all’Anatomia, dalla Mineralogia alla Paleontologia.
La pubblicazione a fascicoli staccati di quest’ultima, costituita da oltre 3000 pagine e 409 tavole, iniziò nel 1829 ed ebbe termine solo nel 1886 a cura del figlio Achille, che aveva collaborato alla stesura delle parti dedicate all’Entomologia.
Molto oscuri, soprattutto per la scarsa documentazione esistente, sono i rapporti intercorsi con l’altro figlio, Giuseppe, anch’egli zoologo, ritornato in patria all’inizio della carriera universitaria del padre.
Con l’Unità d’Italia, nel 1860, il Costa venne reintegrato nella sua cattedra all’Università di Napoli e fu anche inviato come deputato al Parlamento nella prima legislatura. (fonte 2)
Oronzo Gabriele Costa morì nel 1867 dopo una lunga malattia polmonare e la sua salma fu portata nel municipio di Napoli che gli decretò solenni onoranze funebri.
Il Costa è autore della "Fauna del Regno di Napoli" un'opera fondamentale nel campo delle scienze. (fonte 3)
Fonte: (Fonte1): Sito del salento - personaggi di Alessano (Fonte 2):Scienza del salento - personaggi di Alessano (Fonte 3): www.salentu.com - Comune di Alessano (personaggi)